Leonard Cohen è morto serenamente nel sonno la notte del 7 Novembre 2016. In molti lo hanno chiamato poeta e a chi gli chiedeva chi fosse un poeta andava ripetendo: “ Un poeta è un essere infelice con l’anima straziata da sofferenze segrete ma le cui labbra sono fatte in modo che quando i sospiri e le lacrime ne sfuggono, suonano come una bella musica “.
Per i tanti che lo hanno apprezzato Cohen è stato senza dubbi un grande poeta musicista ma nella sua vita è stato anche un impenitente bohemien, un seduttore, il cantante la cui voce ha abitato gli scantinati della melodia e l’ebreo seguace dello zen.
In una remota località, un uomo calvo e di bassa statura si avvicina a testa bassa a Leonard Cohen che lo saluta sorridendo: “ Mi auguro che il virus non ti abbia provocato una morte troppo dolorosa “. L’individuo malmesso che Cohen si trova davanti è Phil Spector l’apprezzatissimo produttore, l’inventore del Wall of Sound tanto in voga nella musica degli anni ’70. Colui che aveva rielaborato i nastri di LET IT BE dei Beatles in un momento di confusione e fatto infuriare per questo Paul McCartney.
Leonard e Phil si conoscono da quando nel 1977 condivisero l’avventura di realizzare un album fortemente voluto dai responsabili della Columbia preoccupati dai modesti risultati economici prodotti dai dischi di Cohen. Rivestire i testi del poeta canadese con gli arrangiamenti wagneriani imposti da Spector non fu impresa facile e nella realizzazione dell’album ci fu più di un momento di tensione tra i due. Ma c’era dell’altro.
Cohen era preoccupato per il fatto che Spector si presentasse nello studio di registrazione armato di una pistola che puntava in direzione dei musicisti ai quali imponeva interminabili turni di lavoro fino a raggiungere il suono che lui voleva. Cohen perse rapidamente il controllo della produzione dell’album al punto che Spector si curò anche delle parti cantate che faceva registrare a Cohen senza le basi orchestrali sulle quali lavorava lui di notte in perfetta solitudine. Ne uscì l’album DEATH OF A LADIES’ MAN che Cohen definì il più brutto della sua intera discografia.
Adesso, in questo posto lontano, non ha più senso rivangare il passato ma Leonard ha una curiosità da soddisfare: “ Phil, come è andata veramente quella notte del 3 Luglio del 2003 quando nell’atrio del tuo Pyrenees Castle la polizia trova il cadavere di Lara Clarkson con la testa trapassata da un proiettile sparato da una Colt 38?. La risposta è quella che ha già dato al giudice che l’ha condannato all’ergastolo: “ Non volevo spararle, è stato un suicidio accidentale, è stata lei che ha voluto baciare la pistola a tutti i costi “.