L’ennesima serata in cui i tasti del telecomando si bloccano a furia di essere pigiati nella vana ricerca di un programma decente da vedere in televisione. Infastidito rinuncio e vado alla ricerca di un DVD, magari musicale, che mi possa riconciliare con il buon umore. “Trovato!“ Premo il tasto PLAY e vengo trasportato nella grande Arena Lanxess di Cologna avvolta in una luce bluastra.
La capitale della Renania è una tappa dell’European Fire It Up Tour di Joe Cocker e basta poco per capire che sarà l’occasione per assistere all’esibizione di una band formata da eccellenti musicisti, ascoltare raffinati arrangiamenti e apprezzare nuovamente la graffiante voce del Leone di Sheffield, l’unico che aveva saputo rendere al meglio sul palco di Woodstock la già bellissima canzone dei Beatles WITH A LITTLE HELP OF MY FRIENDS.
Siamo ad Aprile 2013 e mi fa un certo effetto pensare che questa energica esibizione live sarà una delle ultime. Joe Cocker infatti rimarrà vittima di un cancro ai polmoni soltanto venti mesi dopo.
Fire It Up è il brano di apertura dell’album eponimo pubblicato il 16 Novembre 2012 che segna il cinquantesimo anno d’attività di Joe Coocker. E’ un energico brano pop rock introdotto da chitarra e batteria con un coro che s’impone nell’accattivante ritornello. Come per le altre canzoni dell’album, Fire It Up si fa apprezzare per la produzione pulita e ordinata di Matt Serletic che ha distribuito gli interventi delle coriste tra organo Hammond, pianoforte e fiati senza sacrificare la voce di Cocker. Per i critici non ci sono sorprese e manca il blues rock che aveva caratterizzato l’emotività del “Joe Cocker Sound“ dei primi successi e, all’ascolto, si può avere l’impressione che sia stato registrato avendo in mente il risultato commerciale ma la voce distintiva di Cocker, maturata con l’età, è ancora più espressiva che mai.
Nel testo di Fire It Up i protagonisti fanno riferimento all’amore come un sentimento che ha la forza per accendere il cuore, l’anima e la mente di ciascuno di noi ma c’è anche un messaggio sociale più universale.
“L’uomo è seduto su una panchina della metropolitana guardando i treni che passano. Odia i neri fino a quando un uomo di colore lo ha preso e gli ha salvato la vita tirandolo fuori dall’oscurità mentre era accecato dalla luce“.
“Non è pazzesco rendersi conto quanto un piccolo atto di gentilezza possa farci aprire gli occhi. Lascia che il tuo cuore, la tua anima e la tua mente gridano: Accendilo, accendilo, accendilo“.
Fire It Up non è certo una delle canzoni più significative della carriera di Joe Cocker. Avrei potuto scegliere a piene mani tra le sue reinterpretazioni di brani altrui: Feelin’ Alright dei Traffic, I Shall Be Released e Just Like A Woman di Bob Dylan, Bird On A Wire di Leonard Cohen, She Came In Through The Bathroom Window e Little Help dei Beatles, Delta Lady di Leon Russell.
Ma per ricordarlo ho scelto il suo ultimo album in studio e una canzone che invita alla reazione e alla accensione di un nuovo fuoco, non poco per una persona che nella sua vita ha sperimentato eroina, alcol e depressione ma che non si è mai allontanato dal palco e smesso di cantare le canzoni che amava e noi con lui.