L’attacco di questa canzone è formidabile. In poche parole l’autore ci trasporta nei pensieri di un uomo solo che ha passato il sabato sera a ubriacarsi e si ritrova la domenica mattina con un male di testa insopportabile e i postumi della sbornia da smaltire.
Mi sono svegliato domenica mattina con la testa che mi procura dolore in ogni posizione. Mi sono già bevuto una birra per colazione e penso che ne prenderò un’altra per dessert. Mi lavo, mi pettino, indosso una camicia scelta casualmente tra le quelle sporche e ancora barcollante scendo in strada per andare incontro a un giorno nuovo.
Non è la prima canzone in cui Kris Kristofferson racconta ciò che succede dopo aver esagerato con l’alcol e non sono mai cose piacevoli.
E’ domenica mattina e cammino con il desiderio di stordirmi di nuovo perché, o Signore, non c’è niente, tranne la morte, che dia il senso di solitudine provocato dall’atmosfera che incombe sul marciapiede della città che dorme la domenica mattina.
Il racconto diventa molto coinvolgente quando, dopo averci fatto percepire dei suoni, l’autore ci fa incontrare sul suo cammino alcuni personaggi e annusare gli odori come quello del classico pollo fritto domenicale.
Guardo un ragazzino che prende a calci una lattina. Ho visto un padre che spinge una bambina sorridente sull’altalena e ho sentito l’odore domenicale di qualcuno che friggeva il pollo e mi riporta indietro a qualcosa che ho perso lungo il mio cammino.
E da qualche posto molto lontano ho sentito provenire i rintocchi di una campana solitaria che svanivano come i sogni annebbiati di ieri sera.
Nel protagonista della canzone, riemerge il dubbio di avere sprecato parte della propria vita, forse anche lui è stato padre e l’ascolto dell’inno religioso cantato dai bambini della scuola di catechismo acuisce il suo malessere. Ma come fare ad assecondare un forte desiderio di vivere la propria libertà con quello di una famiglia che ti raccoglie e lega a sé?.
Kris Kristofferson scrive SUNDAY MORNIN’ COMIN’ DOWN a Nashville quando viveva in un caseggiato di proprietà della Columbia Records dove lavorava come custode nonostante si fosse laureato in Letteratura presso l’Università di Oxford e avesse un brevetto di volo conseguito presso l’esercito degli Stati Uniti. Ha già più di trent’anni ma non gli interessa la carriera militare perché vuole diventare un songwriter professionista. Nell’attesa dell’occasione giusta è disposto anche a pulire i pavimenti.
Il cantante Ray Stevens incontra il custode musicista e colpito dal talento compositivo di Kris Kristofferson accettò di registrare quel brano per primo nel 1969 sul suo album Have A Little Talk With Myself. Tuttavia sarà la versione di Johnny Cash l’anno successivo a diventare numero uno della Billboard US country chart.
Tra le tante leggende del rock ci sarebbe anche quella secondo la quale Kristofferson sia atterrato con l’elicottero della compagnia per la quale lavorava come pilota nel giardino della villa di Johnny Cash per consegnargli la demo di SUNDAY MORNIN’ insieme ad una bottiglia di birra. Un’infrazione della privacy molto spettacolare ma non necessaria perché Johnny Cash aveva già sentito e apprezzato le canzoni di Kristofferson quando era l’assillante custode presso gli studi della Columbia.
Risponde invece a verità il fatto che The Man in Black cantò nel Johnny Cash Show del 23 Settembre 1970 il testo originale della canzone rifiutando la censura voluta dai dirigenti della ABC. Anzi nella sua esecuzione, enfatizzò la pronuncia della parola stoned, sballato, che tanto preoccupava i curatori del programma televisivo.