Ricky Avataneo, attivista e musicista del territorio, con il suo nuovo libro, Il Re dei Granchi ci conduce attraverso un viaggio nelle memorie storiche piemontesi, arricchito dalla sua inconfondibile ironia.
Il sarcasmo, caratteristico della sua narrazione, si fonde abilmente con un realismo tagliente, mentre episodi di dramma esistenziale si intrecciano con momenti di pura comicità.
Tra le pagine, l’autore ci regala scene esilaranti, come quella del duello tra un bulimico di 150 kg e lo scrittore Emilio Salgari, noto autore di libri avventurosi. Allo stesso tempo, non mancano momenti tragici, come il riferimento all’harakiri dello stesso Salgari, il celebre scrittore adottato dal Piemonte, un evento che segna uno dei passaggi più toccanti del libro.
Questo mix di ironia e dramma rende il libro di Avataneo un’opera avvincente, capace di far riflettere e sorridere, mantenendo sempre un legame con la realtà storica e culturale piemontese e offrendo una panoramica fuori dal comune su uno degli avvenimenti più particolari toccati in sorte all’austera città di Torino: Il Re dei Granchi è un crocevia di leggende, romanzi d’appendice, fogli volanti dei cantastorie e canzoni folk. È un mazzolino di storie colte sul confine fra la realtà storica e l’invenzione fantastica.
L’arrivo del circo di Buffalo Bill nell’aprile del 1906 rappresentò un evento epocale per la compassata città di Torino, lasciando profonde tracce nell’immaginario collettivo. Quei sette giorni di esibizioni suscitarono un entusiasmo paragonabile solo a quello che si verificò, nei decenni a venire, all’arrivo di campioni dello sport e di rockstar.
L’arrivo del circo di Buffalo Bill nell’aprile del 1906 rappresentò un evento epocale per la compassata città di Torino, lasciando profonde tracce nell’immaginario collettivo. Quei sette giorni di esibizioni suscitarono un entusiasmo paragonabile solo a quello che si verificò, nei decenni a venire, all’arrivo di campioni dello sport e di rockstar.
Il libro prende il la da due canzoni, entrambe citate per esteso e con relativa traduzione, ispirate a tale mitico evento; e da un romanzo dimenticato.
La prima canzone, “Buffalo Bill a Torino”, fu scritta all’epoca dei fatti dal cantastorie Eugenio Veritas, personaggio di spicco nel Pantheon torinese d’inizio novecento.
La storia è narrata in prima persona da Tonino, giovanotto sfaccendato e assiduo frequentatore delle “piole” (le osterie), che viene abbandonato dalla moglie Rosina, in fuga verso l’America in compagnia di un lavorante afroamericano del circo.
Ricordiamo che Ricky Avataneo, insieme a Umberto Poli (Gospel Book Revisited, LastanzadiGreta),
ha pubblicato un paio di anni fa lo splendido Grama Tera, un “concept album” con storie capaci di intrecciarsi al punto da creare un’autentica narrazione in musica: il tema della madre morta che torna dall’oltretomba per proteggere i figli dalle angherie della matrigna, la tempesta che distrugge la campagna, la classica enumerazione dei giorni della settimana a simboleggiare il non-lavoro e molto altro.