Willie Watson, lo ricordiamo cofondatore e anima dei Old Crow Medicine Show da cui uscì a fine 2011, come solista ha realizzato nel 2014 e 2017 due album di cover della tradizione folk prodotti da Dave Rawlings e ancora non aveva spiccato il volo con un lavoro di canzoni proprie, lo fa ora con questo disco eponimo. Per raggiungere l’obiettivo si fa aiutare da un gruppo di musicisti di primordine tra i quali spiccano Paul Kowert e Gabe Witcher dei Punch Brothers, Kenneth Pattengale dei Milk Carton Kids, per non parlare della “leggenda della tastiera” Benmont Tench.
Watson porta ancora una volta il suo folk senza tempo a nuove vette di intensità emotiva e rigore artistico. La voce di Watson emerge come l’elemento centrale del disco: grezza ma allo stesso tempo delicata, con un timbro che si muove tra la malinconia di un lamento antico e la saggezza di chi ha vissuto a lungo, rendendo ogni brano un’esperienza intima e toccante. La sua interpretazione vocale sembra uscire direttamente dalla polvere delle strade battute dai cantastorie, un mormorio che cresce fino a un crescendo avvolgente, capace di accarezzare e ferire allo stesso tempo.
I testi, densi di immagini rurali, storie di cuori spezzati e piccole epiche di vita quotidiana, sono un viaggio nei paesaggi dell’anima. Lavorano sul filo tra sogno e realtà, catturando il senso di perdita, ma anche la resilienza di chi sa trovare bellezza nella semplicità. Real Love, uno dei brani più potenti dell’album, è un esempio perfetto: il testo esplora il concetto di amore autentico, con versi scarni ma devastanti. Watson riesce a comunicare la verità emotiva attraverso poche, precise parole, dando all’ascoltatore la sensazione di entrare nel cuore del racconto.
Gli arrangiamenti, pur essenziali, sono costruiti con una finezza rara. La strumentazione, con chitarre acustiche che accompagnano la voce in modo discreto, è volutamente minimale, quasi come se Watson volesse lasciare che le parole e il canto restassero protagonisti. Tuttavia, ogni singolo suono è lì per un motivo, costruendo uno scenario sonoro che fa da sfondo perfetto alle storie che racconta. Anche quando la strumentazione si arricchisce di banjo, fiddle e percussioni leggere, c’è sempre una coerenza stilistica che evoca le radici più profonde della musica americana, ma con una freschezza che la rende contemporanea.
In conclusione, l’album del 2024 di Willie Watson è un’opera che riesce a unire tradizione e modernità, due brani si stagliano nel lotto dei sette originali: il singolo Already Gone e Real Love che si presenta come una canzone che rappresenta al meglio questa sintesi, una ballata strepitosa capace di raggiungere l’essenza del sentimento umano, con la semplicità e la bellezza del racconto folk più puro. La voce di Willie a metà tra Jimmy LaFave e Dylan commuove e ci regala una delle folksong più belle, se non la migliore, dell’anno.
Alcuni sono venuti da me a grandi passi, altri hanno ferito il mio orgoglio
Sulle rive dove scorre il fiume in tempesta
Potevo sentirti chiamarmi dall’altra parte
Poiché questo è l’unico vero amore che abbia mai conosciuto
La mia canzone risuona come l’argento, il tuo cuore brilla come l’oro
Mi hanno detto che niente dura per sempre, ma so che si sbagliano
Mi hai dato il meglio e ho dimenticato il resto
Ora siamo in piedi sul marciapiede proprio dove dobbiamo stare
TRACKLIST:
Slim and The Devil – adattamento basato sulla poesia di Sterling A. Brown , “Slim Greer in Hell”
Real Love
Already Gone
Sad Song
One To Fall
Harris and The Mare – traditional
Mole In the Ground – traditional
Play It One More Time
Reap ’em in the Valley – spoken gospel