Dopo l’ascolto di Shake Your Shimmy la domanda che sorge spontanea è: “come mai questi due grandi talenti, pur bazzicando gli stessi vicoli stretti della musica, non si sono incontrati artisticamente prima”?! E la risposta è altrettanto scontata: “pazienza, la cosa importante è che, fortunatamente, ora sia accaduto, meglio tardi che mai”!
Laura Fedele, la migliore pianista-cantante-percussionista che abbiamo in Europa e Veronica Sbergia, cantante-washbordista, cresciuta vocalmente, come interprete e entertainer, in maniera esponenziale in questi ultimi anni nel suo girovagare con il Maestro Max De Bernardi per l’Europa e gli States, hanno costituito il duo The Jolly Shoes Sisters e realizzato questo meraviglioso album Shake Your Shimmy (che sta per “scuoti la tua camicia” ballando e agitando le spalle).
Il disco in questione è di bellezza imbarazzante, sia per la bravura delle due artiste nell’interpretare le cover scelte come ingrediente base dell’album, ma anche e soprattutto per la qualità dei quattro brani a firma della Fedele, pezzi che si inseriscono in maniera millimetrica tra le canzoni più “titolate” al punto di equipararli a degli standard navigati.
Il disco passa dallo swing al blues, dal boogie al ragtime muovendosi con scioltezza e mostrandoci un duo al femminile così affiatato da far sembrare che fosse in essere da sempre. Avendo avuto l’opportunità di assistere ad una corposa presentazione live presso il benemerito Musical Box di Besozzo, abbiamo potuto apprezzare la bravura, la contagiosa energia e simpatia di Laura e Veronica.
Venendo ai brani impressionano la scoppiettante The Jar (scritta a quattro mani dalle girls) e la splendida It’Wasn’t Me (punto più alto dell’album a firma Fedele) che tratta in modo sarcastico la fine (con tanto di pistola fumante questa volta impugnata dalla donna) di un rapporto non più accettabile. Notevole e frizzante la classicissima Puttin’ On The Ritz (I. Berlin) e oltremodo convincente l’esecuzione di quel capolavoro che è St. James Infirmary (Traditional), un bluesaccio qui dominato dal grande pianismo liquido di Laura, dal pregevole interplay delle voci con una prova vocale outstanding di Veronica che “impugna” le sue strofe, come è raro sentire dalle nostre parti. Molto bella Goodnight Moon (unico brano recente, firmato da Shivaree) in cui la Fedele (oltre a piano e voce è anche alla fisa) ci propone un arrangiamento molto Waitsiano che piacerebbe tanto a Rickie Lee Jones.
Ma tutto il disco è di qualità superiore con momenti anche di puro divertissement che colgono le Jolly Shoes Sisters in stato di grazia per la gioia dei nostri ripetuti ascolti di questo lavoro da promuovere e diffondere, anche tra i malinconici dinosauri dell’american music, quelli che se non viene “da là”, non la ascoltiamo.
Secondo la proverbiale qualità dell’etichetta Abeat Records, l’incisione è perfetta e ci sono, qua e là, camei di nobili ospiti come Enrico Rava (flicorno), Marco Brioschi (tromba), Lucio “Violino” Fabbri (violino), Mauro Porro (clarinetto) e Franco Cristaldi (basso), interventi atti a completare un disco perfetto a testimonianza che, per il futuro, abbiamo un duo che potrebbero invidiarci anche oltre oceano.
Le cose accadono quando devono accadere e, a volte, sono molto belle.
The JarBallin’ The Jack
It Wasn’t Me
Puttin’ On The Ritz
Love My Shoes
St. James Infirmary
Cake Walking Babies From Home
Goodnight Moon
(I’ll See You in) Cuba
Makin’ Wickey-Wackey Down In Waikiki
Choo Choo Ch’Boogie
Like Aretha Used To Sing