Scoperto nel 1975 da Phil Ochs ma presto schiacciato dal macigno che gli è piovuto in capo nell’essere definito il “nuovo Dylan”, Sammy Walker, come altri e forse più di altri che hanno subito la stessa sorte, dopo due notevoli album per la Warner, è rimasto, per il resto della sua vita musicale, schermato al grande pubblico e parzialmente minato nella sua grande potenziale produttività. Effettivamente dotato di una voce e uno stile che, specie agli inizi, erano davvero impressionanti per somiglianza con Master Bob, nel prosieguo della sua altalenante non-carriera ha assunto un’impronta più personale, mantenendo una vena poetica-musicale che ci mostra un disincantato ed attento osservatore degli eventi ed un acuto commentatore degli stessi.
Ma veniamo al concerto oggetto di questo CD che inizia con una calda voce che scandisce “From The United States of America: MR. Sammy Walker !” questa è l’introduzione dal palco alla Americana, ovvero la migliore presentazione che si possa fare per introdurre un grande artista come il songwriter di Atlanta.
“Yes, It’s Me From The Stage To The Audience …” ci racconta, nelle dettagliate note di copertina, Renato Bottani della New Shot Records, l’etichetta pavese che tante soddisfazioni sta elargendo agli appassionati, grazie al cospicuo catalogo di concerti inediti, specie provenienti dal clamoroso ventennio (1980-2000) che, sempre grazie a Carlo Carlini e (come nel caso di questa registrazione) a Gigi Bresciani, ha visto transitare sul nostro suolo il meglio del cantautorato folk rock anglo-americano.
Il merito di aver convinto Sammy Walker a proporsi live in Italia, dopo un lungo periodo di allontanamento dalle scene, va però dato a Adelmo Quadrio, ai tempi redattore di L’ultimo Buscadero e promoter di concerti. Molta fatica ha dovuto comunque sostenere anche lo stesso Bottani per ottenere da Walker il permesso di mixare e stampare in CD questo Days I Left Behind utilizzando la registrazione che fece Gigi Bresciani ad Alzano Lombardo il 27 aprile 1986, infatti, al folk singer americano non interessava particolarmente “riaprire quella porta”, si chiedeva a chi potesse oggi interessare spendere dei soldi per quella musica ai più sconosciuta? alla fine, e fortunatamente per noi, Renato ce l’ha fatta!
Il disco contiene diciannove brani, praticamente l’intero concerto, e vede Sammy scandagliare il proprio, peraltro “non esteso”, repertorio e riproporre la maggior parte dei suoi classici insieme a tre cover che omaggiano due giganti tra coloro che lo hanno sempre ispirato: Jesse Fuller e soprattutto Woody Guthrie.
Tra le esecuzioni che più ho amato nell’ascolto, non potendo ahimè citarle tutte pur se meritevoli, sicuramente quelle che hanno un posto di rilievo nel personale gradimento c’è Blue Ridge Mountain Skyline, meravigliosa, con un testo intenso e commovente che merita di essere riportato per intero:
Fissando fuori dal finestrino di un treno solitario
Un sogno per te, un sogno per me, un sogno per la dolce Lorraine
Ricordi di Huckleberry di piccole donne che versavano vino
Fai passare meglio il tempo quando mi manca quella mia ragazza, M-hmm
Saloni bui e camere d’albergo sembrano abbattermi
Vorrei andarmene quando arrivo in città per la prima volta
Dì “Ciao” alla nonna se la vedi in primavera
Forse le manderò tutto il mio amore sull’ala di un piccione viaggiatore, M-hmm
Ma se solo potessi vedere oltre lo skyline della Blue Ridge Mountain
Se solo potessi in qualche modo ritrovare quella strada per tornare indietro nel tempo
Se potessi rinunciarci e buttarlo dalla finestra
Farei le valigie all’alba e non ne sentirei mai più parlare
Mi manca il divertimento di una favola che il vecchio uomo di fabbrica potrebbe inventare
Un pizzico di tabacco e una scacchiera, potrebbero davvero tranquillizzare quell’uomo
Ma la situazione cambiò e il vecchio morì con il cambio della guardia
Non mi importa il cambiamento, è solo che a volte diventa così difficile, M-hmm
Le notti tranquille sulla veranda sembrano così lontane e piccole
Quando sentiamo i ragazzi dell’aratro lamentarsi di quel solitario richiamo del bestiame
Il jukebox del bar non trasmette niente che io sappia
Diavolo, credo che risparmierò il mio quarto, sentirò il fischio del battello a vapore, M-hmm
Come pure un posto speciale lo occupa Brown-Eyed Georgia Darlin’ , una delle prime canzone scritte da Walker il cui testo una volta di più ci dice quanto forte sia il substrato letterario del nostro, sembra quasi di leggere una pagina estratta da un romanzo di Cormac McCarthy, ecco la prima strofa:
“Il battito degli zoccoli di uno stallone agita il terreno polveroso trasformandolo in una pioggia di polvere che si solleva e si arriccia finché non è finita e si sistema nella sua fluente criniera.
La catena montuosa si sta piegando e i cani della prateria invocano il domani
I miei polmoni sono bruciati dal respiro e i nostri occhi sono stanchi di guardare attraverso la sabbia.
Nella furia di un ciclone combatte uno storno perduto e spaventato
Su una sella battuta dalle intemperie con la mia cara Georgia dagli occhi castani”.
Questa è letteratura fattasi canzone!
Strepitosa anche A Cold Pittsburgh Morning in cui la voce tenorile di Sammy vola alta come non mai e lascia trasparire tutta la sensibilità, la passione ma anche il grande amore per il padre dei songwriters. Molto interessante la versione in minore di Vigilante Man di Guthrie che si discosta da tutte le altre cover del brano che ho ascoltato (ad esempio le più conosciute quelle di Cooder, Springsteen, Talley, McTell, Geremia …).
Splendida e delicatissima The Old Man In The Window, un brano che troviamo solo su questo disco (e sul parziale live della Brambus del 1990), splendidamente rimissata da Bottani, la voce e il mood interpretativo di Sammy mi ricordano le cose di Harry Nillson.
Ed infine segnalo Days I Left Behind, la canzone monumento che dà il titolo all’album, che è stata probabilmente la prima canzone scritta in modo convinto da un Sammy Walker, non ancora ventenne, durante in viaggio avventuroso in Canada come egli stesso nel raccontarsi dice “Io e il mio compagno di liceo eravamo partiti nel 1972 per il nostro primo viaggio a nord della linea Mason-Dixon nel mio vecchio furgone Ford del 1966. Una notte eravamo accampati da qualche parte in Canada, se ricordo bene, e un tremendo temporale si scatenò con molti fulmini e venti ululanti.” E continua “Avevo la mia amata chitarra Gibson J-45 del 1960, la tempesta mi teneva sveglio, così l’ho tirata fuori e ho iniziato a giocare con la chitarra accordata su un accordo di mi aperto. Dopo che la tempesta è passata, questa canzone è stata scritta su un pezzo di carta che avevo rimediato”. Il testo della canzone, è intriso di un senso di desiderio e nostalgia, ed evoca i sentimenti agrodolci che si provano nel lasciarci il passato dietro le spalle e rivolgere lo sguardo al presente. Days I Left Behind” occupa un posto speciale nell’intero lavoro di Walker.
Oggi Sammy Walker è lontano dalle scene ma la vita e la brillantezza che emergono da questa magnifica registrazione dicono tutto e preservano un’eredità che avrebbe potuto facilmente andare perduta nel tempo.
Per questo gioiello rinnovo un sincero ringraziamento ad Adelmo Quadrio per quella insistenza di allora nel portarlo in Italia, a Gigi Bresciani per aver organizzato la data e a New Shot Records, di Renato Bottani e Marco Melzi, per il grande lavoro di recupero e prodigioso missaggio che ormai sta diventando un marchio di fabbrica.
1. Carolina Soldier Boy
2. The East Colorado Dam
3. Blue Ridge Mountain Skyline
4. Western Berlin Bells
5. San Francisco Bay Blues
6. My Old Friend
7. Ballad Of The Late Edgar Dooley
8. Brown Eyed Georgia Darlin’
9. The NewAlabama Jubilee
10. Catcher In The Rye
11. The Night The Cotton Gin Burned Down
12. Appalachian Coal Miner’s Son
13. Vigilante Man
14. The Old Man In The Window
15. A Cold Pittsburgh Morning
16. Legends
17. Little New Jersey Town
18. Days I Left Behind
19. Pretty Boy Floyd