Pieces of Tresaure, nuovo album di Rickie Lee Jones, fa parte di quei dischi a cui non dovresti mai concedere il primo ascolto, specie se in un contesto non concentrato, ma saltare direttamente al secondo. Così è accaduto al recensore che, dopo l’indebita prima volta, aveva stigmatizzato il disco bollandolo come un po’ deludente. Non era facile sostenere il confronto con Natalie Merchant appena uscita con Keep Your Courage che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia immediatamente. Fortunatamente c’è stata la doverosa seconda opportunità in modalità “eh, no, ora voglio capire” e i brani, che sulle prime erano apparsi con arrangiamenti giudicati molli e la voce di Rickie poco incisiva, non graffiava come al solito, sono emersi nella loro complessità e a quel punto il mondo si è capovolto ed ho esclamato. “ai, suma” (ci siamo!).
Restituito alla Jones il maltolto, diciamo che l’incontro, dopo 40 anni, con il produttore Russ Titelman, con il quale RLJ aveva realizzato i primi due fortunati e splendidi dischi della sua carriera, ha smosso l’interesse in lei per realizzare un nuovo disco jazz (dopo Girl at her Volcano del 1983 e Pop Pop Pop del 1991) questa volta interamente dedicato all’American Songbook, andando a pescare canzoni mirate e non tra le più praticate, infatti è buona regola, quando si realizza un disco di jazz, mettere oltre alla propria “impronta interpretativa” anche la cura nella scelta delle canzoni al fine di non risultare banali.
Ne è uscito un album con arrangiamenti delicati, indubbiamente orientati a sottolineare le sfumature odierne della voce di Rickie Lee che sulle note alte mantiene la sua fanciullesca vocina mentre su quelle medio basse l’età ha lavorato di pomice e devo dire che piace molto, come peraltro aveva già dato prova in Kicks (2019).
Si parte con il singolo del video Just in Time, la voce di distende sopra le note del vibrafono di Mike Mainieri e la batteria spazzolata di Mark McLean fino all’ingresso del bassista David Wong per un risultato fresco ed elegante. In There Will Never Be Another You, splendida la performance vocale della cantante e del pianista Rob Mounsy insieme al chitarrista Russell Malone.
Affascinante e innovativo l’intro di Nature Boy (terzo singolo) grazie al oud del grande Ara Dinkjian e alla chitarra di Malone (sonorità arabo spagnoleggianti) e ai vocalizzi della Duchessa (propri dei nativi americani) poi il brano evolve e l’interpretazione attoriale della Jones ne fa una versione molto personale che si discosta dalle decine delle altre già edite del classico di Eden Ahbez. Come pure nella classica One for My Baby ci regala una versione rallentata, pianistica, davvero convincente in cui ritroviamo la grandezza della Rickie dei tempi migliori. In All The Way, piano ed archi a fare da tappeto, la voce trova l’intonazione forse più emozionante del disco.
Altro brano che si segnala tra i meglio riusciti è la bella e personale versione September Song, per belle sensazioni. A seguire una intima e commovente versione di On The Sunny Side of the Street che ci porta verso la fine del disco con “le note appese nell’aria”.
In ultima analisi, dopo la cantonata iniziale, uno si pone l’interrogativo: ma l’umore e il contesto cambiano la percezione della musica oppure la musica quando “buca” la corazza cambia l’animo di chi l’ascolta?
Pieces of Treasure è un bel disco ma mi raccomando partite dal secondo ascolto e senza rompiscatole e rumori di fondo attorno! Lei sembra in forma e speriamo si possa riaverla sul palco dalle nostre parti per dispensarci qualche ulteriore emozione.
Just in Time – (Jule Styne, Betty Comden, Adolph Green)
There Will Never Be Another You – (Harry Warren, Mack Gordon)
Nature Boy – (Eden Ahbez)
One for My Baby – (Harold Arlen, Johnny Mercer)
They Can’t Take That Away From Me – (George Gershwin, Ira Gershwin)
All the Way – (Jimmy Van Heusen, Sammy Cahn)
Here’s That Rainy Day – (Jimmy Van Heusen, Johnny Burke)
September Song – (Kurt Weill, Maxwell Anderson)
On the Sunny Side of the Street – (Jimmy McHugh, Dorothy Fields)
It’s All in the Game- (Charles G. Dawes, Carl Sigman)