New Shot Records : We Have a new Label in Town!
Intervista a Renato Bottani, ideatore e co-fondatore dell’etichetta.

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Renato Bottani e Marco Melzi sono gli artefici di una sorta di sogno ad occhi aperti che, uscita dopo uscita, sembra voler realizzare il sogno di noi, “bambini cresciuti”, che vediamo pubblicare album di artisti, magari considerati minori ma che hanno contribuito alla nostra crescita di ascoltatori.

Guardare oggi al catalogo della neonata New Shot Records c’è di che leccarsi i baffi. E siamo solo agli inizi perché altre pubblicazioni allettanti sono in arrivo già entro la fine di questo primo trimestre del 2024.

In una uggiosissima giornata di inizio gennaio, io e Gianni Zuretti, abbiamo incontrato Renato per ascoltare la genesi i suoi racconti, gli incontri, le idee in cantiere, per questa storia che può solo far piacere a chi di certa musica non può farne a meno.

INTERVISTA

FZ: Come avviene che un ex manager di una importante multinazionale abbia co-fondato un’etichetta e si sia ritagliato il ruolo di editore discografico?

RB: Premetto che da sempre nutro una passione viscerale per la musica, soprattutto americana. Succede che nel 1982 acquisto un LP di Guthrie Thomas, “Once In A While Forever” di cui non sapevo nulla. Rapito dalla bellezza del disco, decido di contattare l’uomo – c’era un numero telefonico USA sul retro di copertina. Mi risponde stupito e sorpreso. Dopo poco ricevo i dischi su Capitol e quelli indipendenti su Eagle Records ed altri ancora. Il disco tedesco era una semplice antologia. Mi parla di brani registrati per un terzo disco Capitol, rimasti nel cassetto. Ormai stregato da questo – per me – grande cantautore, nel 1983 coinvolgo gli amici Marco Melzi – si proprio lui, già attivo nel business discografico – e Pietro Noé, convincendoli a dividere le spese per la pubblicazione di un disco inedito di Guthrie Thomas. Nasce la Stetson Records che pubblicherà un solo vinile: “Like No Other”. I casi della vita mi fanno poi perdere i contatti con Marco che rincontro a Pavia solo nel 2023, a passeggio con le rispettive mogli. Un invito a cena e poi l’ascolto della registrazione del concerto di Guthrie a Sesto Calende nel 1993, per rievocare l’avventura di 40 anni prima. Sentendolo ci siamo squagliati entrambi, ritenendolo, potenzialmente, un gran bel disco da dare alle stampe. Marco mi guarda sornione e scopro che possiede una Casa di Edizioni, la Labyrinth Editions Ltd. e che la cosa sarebbe quindi possibile. In una frazione di secondo  penso a tutte quelle registrazioni live collezionate nel corso degli anni, ricavandone poi dei CDR in unica copia ad uso personale. E penso anche al fatto che ad ogni ascolto di quei prodotti home made potevo trattenermi dal considerare quanto fossero belli questi “dischi che non esistono“, ma che gli appassionati sarebbero felici di possedere. Nella frazione di secondo successiva intravvedo la possibilità di condividere questo patrimonio, dandogli una veste ufficiale. Trovo Marco consenziente. Ecco, sul divano, quella sera nasce la New Shot Records. Due vecchi amici che uniscono le forze per dare vita ad una nuova etichetta specializzata.

FZ: Partiamo dall’inizio. C’è una connotazione del neonato catalogo che emerge subito: Songwriting e Blues sembrano essere gli orientamenti che contraddistinguono le prime nove uscite della vostra Label. Indizio o pista certa?

RB: Pista certissima. E’ la mia musica e nella New Shot io mi occupo della linea editoriale, della scelta artistica. Cantautori, roots, blues … questa è la direzione ed il cammino sul percorso è appena iniziato. Nove dischi in catalogo il primo anno, spero di più nel 2024.

FZ: Ci ha colpito molto la pubblicazione della leggendaria esibizione di Eddie Hinton nella sua unica data in Europa al Porretta Soul Festival nel 1991. Vuoi perché è stato l’unico set tenuto in Europa nella carriera di questo fantastico musicista, vuoi perché la leggenda ha sempre raccontato di fantomatiche copie della registrazione di quel concerto regalate a pochi fortunati amici da parte di Graziano Uliani. Ci vuoi raccontare come hai fatto a recuperare la registrazione fino ad arrivare alla decisione di pubblicarla?

RB: Quel CDR esiste in una decina di copie ed è presente anche su Discogs. Una decina di anni fa  Graziano gentilmente mi inviò il file Wav e lo scan della copertina. Performance strepitosa, qualità audio un po’ meno. Già allora intervenni sul suono, rimasterizzando. In tempi successivi e con l’impiego di software ed apparecchiature più performanti, ottenni ulteriori miglioramenti. Fondando New Shot pensai subito a questo come candidato ideale … il classico “disco che non c’è'”! Decisi, tuttavia, di dargli una nuova veste grafica, eliminando i tre brani di Eddie “solo” al piano registrati in Alabama. Per quanto sforzi di re Mastering intraprendessi, il suono di questi 3 brani  non mi soddisfaceva. E poi volevo concentrarmi solo sulla performance di Porretta, coerentemente con il titolo. Quindi, pur se breve, via cosi! E’ stato possibile realizzarlo perché Graziano aveva fatto firmare ad Eddie un contratto con la specifica dei 6 brani da eseguire, inclusa l’acquisizione dei diritti per una eventuale emissione discografica. Che ora è realtà.

FZ: In generale come avviene la scelta di lavorare ad un album? Da quel che si vede in queste prime uscite sono tutti live in concerto, oppure in studio (Lil A and the Allnighters, Kevin Connolly). Sarà questa la “mission” dell’etichetta?

RB: Sissignore Marcello! Desidero pubblicare i live di cui nel tempo sono venuto in possesso – o che ho registrato personalmente – e che qualitativamente considero di  “release quality”, sia per quanto riguarda la performance che la qualità audio, magari una volta completati gli interventi in sede di masterizzazione. Tuttavia nella mission è compreso il recupero di registrazioni effettuate in studio, ma che non hanno avuto circolazione ufficiale. “Violin Sirens” di Kevin Connolly nella sua forma originale era una cassetta venduta a i concerti e tirata in 150 copie. “A Blues Project” di Lil A and the Allnighters era in origine un promo da inviare ai Promoters per ottenere ingaggi. Tornando ai live, anche in questo caso è mia intenzione riproporre in CD concerti  precedentemente disponibili solo su rari DVD (vedi Kevin Welch).

FZ: Qualora decideste di produrre anche dischi di studio pensi che sia fattibile offrire possibilità ad artisti italiani che cantano in inglese di essere pubblicati? (Possiamo assicurarti che esistono realtà che nulla hanno ad invidiare a colleghi di oltre Oceano)

RB: Risposta diretta: non al momento. Prima di potermi permettere un budget per la produzione ex-novo di un disco debbo ottenere profitti che al momento semplicemente non ci sono. Tuttavia, dovessi riuscire a farlo – e lo vorrei tanto – avrei delle priorità. Per esempio andare in Studio con Phil Cody, accompagnato da un chitarrista elettrico adeguato ed una sezione ritmica top.  Peraltro ho un disco inedito di Phil, quello che doveva essere il seguito di “Songs of Intemperance Offering” e che la Interscope non ha pubblicato. Ma non sono ancora riuscito a farmi dare l’OK dall’uomo. Ci si arriva vicino, poi cambia idea. Ormai siamo ad una quindicina di email. Vediamo.

FZ: Se le fonti sono registrazioni live possiamo immaginare che dietro vi sia un lavoro enorme per poter rendere pubblicabile un CD che abbia uno standard qualitativo adeguato. Ci racconti cosa avviene tecnicamente nel momento in cui decidi di pubblicare una registrazione?

RB: Grazie Gianni per questa domanda. Mi permette di raccontare ciò che faccio personalmente e che mi affatica assai, ma anche mi appassiona e mi procura molta soddisfazione. Per prima cosa la registrazione live deve necessariamente provenire da linea diretta mixer e deve già essere di eccellente qualità nel suo stato originale, pre-trattamento. Dopodiché il calvario mi attende. Nella maggior parte dei casi occorre rimuovere l’inevitabile rumore di fondo del nastro (se analogico) nonché’ il rumore od il ronzio del mixer, cosi come eventuali effetti larsen, ossia gli impulsi acuti dei microfoni, lame che tagliano le orecchie. Indi si passa alla trattazione complessiva del segnale musicale che praticamente sempre ha bisogno di essere equalizzato. Scaldato (se c’è scarsità di frequenze basse e medio basse) o che necessita di “aria”, perché deficitario nelle frequenze alte, ad esempio non si sentono adeguatamente i piatti della batteria. Poi ci son casi dove c’è troppo di quasi tutto; occorre perciò ridurre, togliere, modulare finché il suono nel suo complesso fluisce armonicamente e diviene plastico, dettagliato, appagante. Un suono giusto, insomma. Ma non è certo finita! A questo punto si correggono le “P” troppo pronunciate (da bocca appiccicata al microfono) e livelli, l’eventuale sbilanciamento tra i canali destro e sinistro, la dinamica. Uso l’ espansore od il compressore di dinamica a seconda dei casi. I picchi impulsivi son pericolosi, vi si associa distorsione che va eliminata. Infine si passa all’editing,  rimuovendo lungaggini tra i brani, incluso accordature, colpi di tosse  magari qualche urlo di troppo. Posso intervenire su tutto al millesimo di secondo. Dimenticavo, talvolta con registrazioni analogiche occorre intervenire anche sulla velocità per ovviare alla disparità tra la macchina che ha registrato e quella che riproduce. Scarti anche di 1 o 2 minuti su 60. Questo lo si verifica ad orecchio, grazie all’esperienza.

FZ: Altra fase certamente complessa è quella relativa alle approvazioni/liberatorie e conseguenti royalties da parte degli artisti coinvolti o del loro management. Come gestisci la cosa?

RB: La gestisco personalmente con pazienza e determinazione. Ossia contatto gli artisti o i loro eredi e spiego le intenzioni. Invio loro un file con il potenziale disco, affinché’ lo possano ascoltare e giudicare. Invio anche un contratto, un documento legalmente valido, con tutte le condizioni ed i termini. Il contratto standard prevede la suddivisione dei profitti 50/50 tra etichetta e artista. Dopodiché’ mi armo di pazienza perché’ rari sono i casi in cui arriva subito un si. In qualche caso debbo ricorrere a vera e propria opera di convinzione, che talvolta presuppone il pagamento di royalties anticipate, ahimè ! Alcuni artisti si prendono tempo, anche per far leggere il contratto al loro avvocato od al commercialista o ad una persona fidata. E passano i giorni, le settimane, in trepida attesa. Nei casi più complessi, uno in particolare, mi sono dovuto interfacciare con la Società proprietaria delle registrazioni, la CBC (Canadian Broadcasting Corportation) e con la CFM, il Sindacato dei Musicisti Canadesi, stipulando quindi tre diversi contratti, uno con l’artista ed uno ciascuno con le organizzazioni che ho citato ed alle quali ho versato una cospicua somma di denaro che, ne son sicuro, mi manderà il disco in perdita secca. Ma era una occasione troppo ghiotta, un artista di cui sono follemente innamorato.

FZ: Ci hai raccontato che fra i nomi oggetto di pubblicazione in questi primi mesi del 2024 ce ne sono alcuni in grado di far scaldare il cuore a molti appassionati. Vuoi darne conferma tu direttamente?

RB: Marcello tieniti forte: riprendo il discorso di prima e ti rivelo che, dopo mesi di trattative, sono veramente felice di confermare che a fine Febbraio uscirà un disco inedito di David Wiffen. Inedito come esecuzione, non come titoli. Si tratta di fantastiche registrazioni effettuate presso gli Studi radiofonici della CBC ad Ottawa nel 1993, con vari musicisti tra cui Murray McLauchlan al piano. Conterrà inoltre 5 brani full band registrati nel 1973 ad un evento sempre della CBC in Quebec. Ho faticato molto ad ottenere i diritti e pur di averli ad un certo punto stavo per volare in Canada per rimuovere l’impasse! Poi con l’aiuto di Frank Koller, amico di Wiffen ed ex funzionario CBC, la cosa si è felicemente risolta. Sempre nella prima parte dell’anno esce un live a Sesto Calende di Danny O’Keefe. Con lui è stato più semplice arrivare alla firma del contratto, cosi come per Lee Fardon di cui pubblico un formidabile disco full band registrato a Bergamo nel 2008. E ancora tre dischi blues: Roosevelt Booba Barnes, Lazy Lester e John Hammond. Tutti live in Italy tranne Booba che contiene anche brani registrati in USA. Queste sei uscite sono confermate ed in stampa mentre parliamo. Seguiranno altri tre cantautori: il grande Sammy Walker con una registrazione ad Alzano Lombardo del 1986, ancora un Jack Hardy in trio a Cosenza 1988 ed ancora un Guthrie Thomas, questa volta in Studio, il suo Homestudio a Las Vegas, Nevada  con, per la prima volta, 5 pezzi su 14  scritti da altri, tra cui Tim Hardin, John Hartford, Townes Van Zandt, Gordon Lightfoot e Jimmy Webb. Sono inoltre in corso contatti con Joe Ely e Phil Cody (ne parlavo prima). Trattative veramente complicate invece con le vedove di John Campbell, Willy DeVille e Calvin Russell. Con Nina Lagerwall DeVille mi sta aiutando Larry Locke, il regista del film ed anche Gurrie, il presidente del Fan Club Olandese. Ho delle sponde anche con le altre due signore, ma bisogna attendere e sperare, io non demordo. Ora mi  fermo, ci sono parecchi altri nomi, ma è veramente prematuro parlarne  

FZ: Tra i volumi pubblicati quale ti ha dato un’emozione particolare a vederlo realizzato?

RB: Guthrie Thomas “Live On Stage”, per via dei trascorsi ed anche perché’ è stato il primo ad uscire dalle presse nel Maggio dello scorso anno. A proposito dei trascorsi voglio citare un episodio. Negli ultimi venti anni di vita faceva il farmacista …. un giorno mi telefona e gli dico che avevo subito una morso di insetto o ragno e che dovevo andare al pronto soccorso. Mi dice di non fare nulla, di non fidarmi dei medici ed aspettare il suo arrivo il giorno dopo, sarebbe partito subito da Vegas. Ho dovuto sudare per fermarlo, con l’aiuto di sua moglie Toni. E si è offeso, perché’ rifiutavo il suo aiuto! Qualche giorno dopo, ormai guarito, l’ho chiamato per pacificazione e allora ha scritto di getto una nuova canzone, messa immediatamente su YouTube alla sua mezzanotte affinché io la trovassi al mio mattino. Si intitola “Good Morning Midnight” dedicata a me ed alla mia famiglia ed il testo allude alla nostra amicizia ed anche a qualche incomprensione o delusione. Nel 1993, durante il suo tour Italiano organizzato dal grande Carlini, andammo in Studio con Bo Ramsey e Dave Moore per registrare un disco. Niente da fare: Guthrie, preda dei suoi demoni, si presenta già sbronzo e manda tutto in fumo.

FZ: Durante gli ascolti fatti nel corso del nostro incontro ciò che più ci ha colpito è la straordinaria qualità delle registrazioni che le rende assimilabili, se non addirittura, in qualche caso, migliori rispetto a dischi ufficiali editi da blasonate case discografiche. Hai una passione che mi pare acclarata per l’alta, altissima fedeltà. Se è così, ci racconti come nasce?

RB: I dischi che faccio devono suonare bene, benissimo! Debbono proprio possedere quella desiderabile qualità audio che ripaghi l’ascoltatore della spesa sostenuta per l’acquisto e che lo faccia gioire. Affronto la preparazione di un disco mettendo in campo quel lavoro certosino di cui accennavo prima. E ascolto, ascolto tanto. Preparo varie alternative di mastering e li riproduco sia sui monitor del mio studiolo che sull’impianto di casa, finché  timbrica, profondità, dimensione della scena e nitore non soddisfano appieno le mie orecchie di audiofilo, quale in effetti sono. Ma attenzione: per me l’impianto è al servizio della musica, di quanta più musica riesco ad ascoltare, acquistando regolarmente dischi, oltreché, ora, a farli. Sono un collezionista incallito. Ho un paio di amici che, invece di ascoltare la musica, ascoltano … il proprio impianto. Posseggono una manciata di dischi, punto. Magari dischi speciali per audiofili, con le cannonate e vari effetti “speciali” in luogo della vera musica. Ad ognuno il suo, ma non voglio essere confuso con questa deriva audiofila. Detto ciò, già a 15 anni passai dalla fonovaligia di Selezione ad un piccolo, vero, impiantino Hi-Fi. Fu una svolta rivelatrice. Mi innamorai della riproduzione di qualità e divenne anch’essa una passione. Non mi son più fermato, cercando di apprendere, di conoscere e di acquisire competenza.

FZ: Abbiamo effettuato le audizioni su un impianto che ci ha lasciati a bocca aperta e “capelli spettinati”. C’erano componenti dei quali ignoravamo persino l’esistenza. Che poi non rappresenta unicamente il tuo personale impianto ma anche un vero e proprio studio casalingo di alto livello. Ci racconti come è composto?

RB: Vedi Gianni questa è la differenza tra un impianto che suona bene ed uno che… no. Nel primo caso più alzi il volume e più lo alzeresti ancora. Non da fastidio, anzi. A volume realistico, è un godimento. Esci dall’esperienza spettinato ma felice. Tuttavia è pur vero che tutto ha in prezzo e un buon impianto un impegno economico lo richiede. Poi però è una questione di gusto. Sul mercato c’è di tutto, proprio per soddisfare il gusto di ciascuno e la propria personale idea di riproduzione. Io per esempio favorisco diffusori che adottano il principio della sospensione pneumatica piuttosto che bass reflex. Sono il modello Beta di Emmespeakers, pilotati da una coppia di amplificatori Atoll molto potente e ad alta erogazione di corrente. Ma non esiste amplificatore o diffusore che suoni meglio della sorgente dalla quale proviene il segnale musicale.  Per questo motivo attualmente utilizzo una meccanica CD Jay’s Audio, priva di convertitori interni ed un DAC esterno con tecnologia R2R, un banco di resistori lineari in luogo dei chips. E’ il modello Wavelight della Rockna. Per la conversione Analog/Digital utilizzo un prodotto tedesco, l’RME ADI2 Pro. Però, Gianni, il componente che ti ha incuriosito di più credo sia quello collegato a valle del preamplificatore phono, per la soppressione dei tipici disturbi e rumorosità del vinile. Funziona in tempo reale, mentre si riproduce l’LP. Si tratta dello Sugar Cube, prodotto dalla Sweet Vinyl americana in soli 200 pezzi. Poi hanno interrotto la produzione perché’ tutto lo schema era basato su componenti AKM la cui fabbrica giapponese è andata a fuoco.

FZ: New Shot Records è un nome decisamente centrato. Come è nata l’idea di chiamare la Label in questo modo?

RB: Shot può tradursi in sparo, colpo, tiro, botto … insomma ci siamo capiti. Un nuovo colpo o anche una nuova mossa che all’improvviso entra in scena con la mission che dicevamo prima. Il nome per l’etichetta mi è venuto di getto, lo sentivo dentro. Non mi hai chiesto circa la numerazione di catalogo che i dischi assumono: NSR (questa è facile) seguita dalla data completa che indica il giorno in cui il master finale è stato approntato.

FZ: Quanta soddisfazione personale sta dando a te e Marco questa avventura seppure sia appena iniziata?

RB: A me moltissima. Intanto son qui con voi e ne sono onorato. Paolo Carù, una istituzione musicale in Italia, ha elogiato i miei dischi nelle sue newsletter “Carù dischi” ed ha avuto parole di sincero apprezzamento per la mia iniziativa. Gianfranco Callieri, arguta e colta penna del Buscadero, ha mostrato da subito interesse. Gli piacciono i dischi che faccio, gli artisti che scelgo. I suoi articoli e recensioni scaldano davvero il cuore. Anche riviste e fanzine straniere hanno ben recensito. L’ultima in ordine di tempo è  la francese Soul Bag che ha dato 4 stelle e mezza su 5 a “Live Smokin’ Soul” di Eddie Hinton. Ma a parte questo, c’è la soddisfazione personale, impagabile, di aver fatto qualcosa di utile per gli appassionati. Certo, la soddisfazione economica è quella che latita, diciamo che al momento siamo al break-even, ossia i ricavi pareggiano costi e spese. E di questo l’amico Marco non è molto contento. Si aspettava numeri più importanti.

FZ: Per finire avete un sito internet (newshotrecords.com) al quale rivolgersi per acquistare i CD. Per chi dovesse cercarli nei negozi di dischi dove li trova o chi eventualmente li distribuisce?

RB: Carù a Gallarate è una certezza. Li ha tutti e sempre disponibili. Inoltre abbiamo tre distributori. Self e Goodfellas per Italia e resto dell’Europa e MVD in USA che distribuisce anche nel resto del mondo. Tutti loro si occupano di inviare i dischi ai negozi fisici e on-line. Riforniscono anche Amazon. Insomma, i dischi si trovano 

FZ: Abbiamo notato che le copertine sono quasi sempre disegnate da Cinzia Pinto e in qualche caso da altre persone che di cognome fanno Bottani. Chi sono?

RB: Cinzia è mia moglie, Corinne e Riccardo sono i miei figli. Entrambi sposati. Un giorno, in aereo con Riccardo e discutendo del varo della New Shot e del mio ruolo, lui mi disse: Pà avrei fatto meglio a comprarti due biglietti … uno per te ed uno per il tuo ego. Risultato: le copertine le faccio io ma dò i crediti alla famiglia! Un piccolo segreto ora non più tale, spero strappi un sorriso. C’è però da ringraziare Isabel, la moglie di Marco, che rende l’artwork tecnicamente idoneo ad essere recepito dalla tipografia. 

Questi gli album disponibili ad oggi editi dalla

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Guthrie Thomas “Live On Stage” NSR10022023

Jack Hardy “Libe On Stage in Italy” NSR01052023

Kevin Connolly “Violin Sirens” NSR14052023

Tom Russell Band “Live By The Riuver 1993” NSR20062023

Kevin Welch and The Flood “Live From The Basament” NSR27062023

Eddie Hinton “Live Smokin’ Soul” NSR12082023

Lil A and The Allnighters “A Blues Project” NSR16082023

Jason Reed and The Redneck Truckers “Live From Thunder Road” NSR05102023

Greg Trooper and Band “Up On The Bandstand” NSR06102023

 

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