Quando ci si imbatte in dischi come questo realizzato da due violinisti si pensa subito ad un lavoro di nicchia per gli appassionati dello strumento o di un genere, ma non è questo il caso.
Natalie MacMaster e Donnell Leahy sono si violinisti virtuosi della scena celtica canadese ma in questo loro lavoro, sviluppato durante la pandemia ed il lockdown, hanno cercato di allargare i confini del folk celtico sperimentando con suoni contemporanei e arrangiamenti innovativi. E’ un disco che esprime tanta gioia, molto energico e coinvolgente.
Canvas è il loro terzo album insieme, dopo One del 2015 che vinse il Canadian Folk Music Awards come album strumentale dell’anno e A Celtic Family Christmas del 2016.
Natalie è un’artista pluripremiata di Cape Breton che incide da 25 anni ed è virtuosa anche nella step-dance che ha insegnato anche ai suoi figli, suo marito Donnell è dell’Ontario ma con i suoi avi che nel 1825 arrivarono in Canada dalla contea irlandese di Cork, sono sposati dal 2002 e tutti i loro figli sono stati educati per essere musicisti e spesso appaiono insieme sul palco nei loro concerti.
Nel titolo Canvas, traducibile in tela, c’è il significato simbolico di questo loro lavoro inteso come progetto di fare tabula rasa, partire da una tela vuota appunto, su cui aggiungere alle loro radici della tradizione celtica una vasta varietà di influenze: dalla musica classica al rock, dal country al nuovo flamenco, dallo swing al jazz. Ne è venuta fuori una miscela esplosiva, un viaggio attraverso i territori della Scozia, della Spagna e dell’America latina in cui i due violini aggiungono i colori che servono per emozionarci e travolgerci con melodie infuocate.
Dei 13 brani del disco due hanno i testi: Woman of the House che è cantata da Rhiannon Giddens in Gaelico mentre Wish You Were Near è cantata dall’autrice Robyn Cunningham, tre brani sono retti dai cori e gli altri 8 sono strumentali. Importanti le collaborazioni musicali che contribuiscono ad apportare le diverse colorazioni di suoni e stili: dal musicista classico di violoncello Yo-Yo Ma, alla apprezzata musicista americana con il suo banjo degli Appalacchi Rhiannon Giddens, e il flautista irlandese Brian Finnegan in Colour Theory; in questo video una sua versione spettacolare ma che non ricalca esattamente quella del disco:
Il disco che inizia con Canvas ha il suo incedere a ritmo veloce con un esplosione di violini accompagnati da atmosfere supportate dal banjo e da un vocale accattivante. Si capisce subito che qui si fa sul serio con performance stratosferiche.
Colour Theory e Choo Choo sono stati composti dalla loro figlia più grande Mary Frances, diciassettenne. al piano e dove i violini e le percussioni ben si amalgamano.
C’è il ragtime squillante e indiavolato di Dance Arnold Dance ed il brano Woman of the house che si avvale del contributo canoro di Rhiannon Giddens e che fonde molto bene il sound country del suo banjo con i violini irish.
Eccone la versione ufficiale:
In So you love c’è il prezioso contributo del violoncellista classico Yo-Yo Ma, una sonata romantica che inizia con un’introduzione del piano della figlia Mary Frances e diventa un crescendo quasi sinfonico con un’imponente sezione d’archi e di violini in contrappunto.
Galicia è un brano raffinato dagli accenti balcanici e sonorità in stile flamenco, incalzanti i cambi di ritmo dove i figli della coppia sono ai cori nel sottofondo musicale.
The case of the Mysterious Squabbysquash vede la partecipazione del musicista cubano Elmen Ferrer, dal tempo veloce che imita l’incalzare del ritmo di un treno tra sonorità rock (Hammond e wha-wha guitar) e violini country-style.
Caramelo presenta il chitarrista Josemi Carmona che con il suo gypsy flamenco impreziosisce questo brano molto delicato, quasi un valzer.
East Neuk of Fife molto ritmico è caratterizzato da un marcato stile country & western,
The laird O’Bernersyde è un brano folk tradizionale di James Scott Farmer di particolare bellezza, una sorta di lamentation tune ben sorretto dal violino di Natalie.
Wish you were near con la suadente voce di Robyn Cunningham invitata a partecipare dopo una richiesta di sottoscrizione da parte dei fans attraverso i social dove fu scelta tra i 200 brani ricevuti e a cui furono invitati a suonare Mike Manny e Kyle Burghout.
Il disco finisce con lo strumentale Voice Memo 3049.