Un progetto articolato su un libro ed un CD che ne costituisce la colonna sonora che è però parte sostanziale ed integrante dello stesso. Partiamo dal libro.
Luca Vitali è figura nota a chi ama la musica. Appassionato di Neil Young, del quale è cultore assoluto, Luca ha coltivato l‘amore per fotografia a partire da un concerto di Ruth Gerson a Spazio Musica di Pavia. Forse iniziata per caso, ma nel tempo la passione di Vitali per lo scatto si è acuita ed affinata, tanto da essere stato recentemente indicato come “valente fotografo con il Dna del viandante d’altri tempi, armato di curiosità e voglia di apprendere” in un articolo apparso ad inizio di questo torrido mese di agosto su Globalist.it a firma di Rock Reynolds. Il libro è mezzo perfetto per raccontare questa passione per musica e fotografia, passando per luoghi ormai d’adozione di Luca, ovvero gli immensi Stati Uniti, con i loro paesaggi polverosi e spesso fatti di nulla, nei quali perdersi seguendo un tragitto di un tour musicale di una band, The Sidewalk Philosophers, che, con la manager Summer vede imbarcarsi a bordo di un furgone Fotografo incaricato di raccontare con le sue immagini catturate on stage nel corso del tour. Fotografo ha molto dell’autore del libro, pur se, come dice lo stesso Vitali, non è lui pur essendovi molto di sé.
A loro si unirà anche un coyote.
Il libro è il racconto di tutto ciò, con una scrittura veloce ed incisiva che vede scorrere capitoli brevi, due pagine, a volte meno, qualche volta poco di più, fra personaggi, musicisti, giornalisti, locali, facilmente riconducibili a molte dei rockers visti anche nel nostro paese, penne che hanno contrassegnato gli anni con i loro racconti di una musica che ha pervaso spesso i nostri cuori, e locali che ne hanno cullato i nostri desideri e serate, e che oggi, nella maggior parte dei casi non esistono più, ma hanno resistito nella nostra memoria.
E deve essere sembrato naturale che questo bel racconto sfociasse in un CD, logicamente intitolato Songs From Rock’n’Roll Shit (Hidin The Moon Records), zeppo di musicisti che sublima le passioni di chi ha fatto di certa musica in questo paese, per un periodo più o meno lungo, un costante riferimento per appassionati e cultori. Affidandosi alla produzione di Stiv Cantarelli, l’album è farina che proviene dal sacco di Luca Vitali che, insieme a Ugo Cattabiani e ad Alessandro Casappa, ed è stato inciso in vari studi, avvalendosi del contributo dello stesso Stiv Cantarelli ma anche Edward Abbiati, Ellen River (che appare in due pezzi, la bellissima I Lost My Heart in Seligman, Arizona e Lips of Chocolate) , Jono Manson, Graziano Romani, Stefano Intelisano, Diego Sapignoli, Mauro Eufrosini (che voce in Hole in the Wall!) , Christian Pacelupo, Roberto Villa, il compianto Mojo Nixon, Mike Slo-Mo Brenner, Marvin, Sandro e Marino Severini, Bob Cheevers, Giampaolo Corradini, Riccardo Vecchi, Antonio Perugini, Andrea Montacchini, Ross Volta, Serena e Viviana Balestracci.
Ho voluto citarli tutti perché a loro, nessuno escluso, va il merito di aver saputo tradurre in musica le suggestioni di Luca Vitali, con un album delizioso da ascoltare, ricco di momenti notevoli come in Contrabando, la desertica Kiss The Sky, Dressed In Rain (One Last Dream), che qualche rimando al Neil Young amato da Vitali ce l’ha, per chiudere con Meyer’s Brothel Hotel. Libro e CD non sono venduti insieme, ma vale la pena di acquistarli insieme per la ragioni appena riportate.
Viaggerete con Luca ed i suoi compagni di viaggio, perdendovi in immagini che vi resteranno nel cuore e nella mente.
Molto consigliati entrambi.