John Kennedy Toole – Una banda di idioti
Marcos y Marcos, 2018, Pagg. 461, Euro 18.00 , Traduzione di Luciana Bianciardi

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Quando nel mondo appare un vero genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui. (Johnatan Swift)

Un berretto verde da cacciatore stringeva la sommità di una grossa testa, tonda come un pallone. I paraorecchie verdi, che a malapena riuscivano a contenere le orecchie enormi, i peli che vi crescevano dentro e i capelli incolti, erano sollevati da entrambe le parti come due frecce che indichino direzioni opposte. Fra i folti baffi neri si insinuavano le labbra carnose e contratte che agli angoli terminavano in tante piccole rughe piene di disapprovazione e di briciole di patatine. Al riparo della visiera verde del berretto, gli occhi gialli e blu di Ignatius J. Reilly, pieni di alterigia, scrutavano le altre persone ferme sotto l’orologio dei magazzini D.H. Holmes in cerca di segni che testimoniassero il loro cattivo gusto nel vestirsi. Ignatius notò che alcuni capi di abbigliamento erano abbastanza nuovi e abbastanza costosi per essere tutto sommato considerati un vero e proprio oltraggio al buon gusto e alla decenza. Possedere una cosa nuova o costosa era segno di mancanza di teologia e geometria e poteva persino gettare dubbi sull’anima del possessore.

Questi sono l’esergo e l’incipit di un capolavoro, di un romanzo divertente, comico e buffo ma anche spietato, tragico e crudele, di un romanzo nichilista.

Come dice lo scrittore americano Walker Percy nella sua nota introduttiva al romanzo “Il capolavoro di Toole è Ignatius J. Reilly, intellettuale, ideologo, fannullone, parassita, ghiottone, che dovrebbe disgustare il lettore con i suoi giganteschi gonfiori, il disprezzo tonante e la sua battaglia personale contro tutti: Freud, gli omossessuali, gli eterosessuali, i protestanti e tutti gli altri eccessi dell’epoca moderna.” E in queste poche righe ci viene presentato, una strana miscela tra un barbone, un Oliver Hardy impazzito, un Don Chisciotte grasso e un Tommaso d’Aquino perverso (cit. di Walker Percy).

Ignatius J. Reilly è un gigante con baffoni e berretto verde da cacciatore che, fra giganteschi rutti e flautolenze, si vede costretto a continui attacchi contro un’America “priva di geometria e teologia”.

Il nostro eroe vive in una New Orleans degli anni ’60 trasformata in un palcoscenico dadaista dove vive un gruppo di personaggi epici e grotteschi come Jones , negro in semischiavitù, che fulmina con una frase al vetriolo “quella nazista della padrona “ del Notti di Follia o la signora Trixie, ottuagenaria sempre a caccia di prosciutti pasquali e dell’eterna giovinezza o ancora Myrna, anarco-femminista di New York, che sfida con un serrato carteggio anima e sesso di Ignatius.

Nel 1975 Walker Percy, cedendo alle insistenze di un’imperiosa settantacinquenne, affrontò un dattiloscritto macchiato di unto e caffè. Il dattiloscritto si intitolava Una banda di idioti e la signora era la madre di John Kennedy Toole, morto suicida a trentadue anni. Walker Percy trovò il romanzo geniale, eccentrico, esilarante e contribuì in modo decisivo alla sua pubblicazione, avvenuta nel 1980. Al di là delle migliori aspettative, Una banda di idioti riscosse un successo clamoroso, arrivando a vendere quasi due milioni copie in tutto il mondo, e fruttando al suo autore un Premio Pulitzer postumo (1981). Toole era nato nel 1937 a New Orleans, scenario indimenticabile del romanzo. Temperamento istrionico e solitario, amò una sola donna, perdutamente: Marilyn Monroe. Il suo primo romanzo, La Bibbia al neon (Marcos y Marcos 2004), era rimasto nel cassetto. Un incarico di tutto riposo presso una base militare gli consentì di scrivere Una banda di idioti. Tornato a New Orleans, dalla madre, conquistò platee di studenti con spettacolari lezioni di letteratura e tentò senza successo di trovare un editore alla sua Banda, romanzo a cui sentiva di aver consegnato una parte fondamentale di sé. Fino al tragico epilogo, una mattina di primavera del 1969, in riva al Mississippi.

Cento pagine per immergersi, pian piano, nel mondo di questo libro, e tutte le seguenti per sperare di non uscirne più.

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