Quando senti album come questo fantastico Eyes of the Horizon comprendi la dimensione e la complessità di certa musica, dei piani diversi che crescono apparentemente divergendo e poi, come per inesplicabile magia finiscono per convergere. Un lavoro in cui si rende omaggio al proprio maestro, Wadada Leo Smith del quale Joe Fonda è stato allievo.
Smith è musicista oggi ottantaduenne, nato in Mississippi, fin da giovane immerso nella musica, prima con gruppi R&B fino a quando, nel 1965 entra nell’ AACM fondata da Muhal Richard Abrams, Jodie Christian, Steve McCall e Phil Cohran. Due anni dopo lo troviamo insieme ad Anthony Braxton e Leroy Jenkins formare il Creative Construction Company. Lo strumento nelle mani del nostro è la tromba che ha contrassegnato una discografia enorme, affiancandosi a compagni di viaggio come Henry Kaiser (in un tributo a Miles Davis), Jack DeJohnette, John Zorn, Vijay Iver, Satoko Fujii che ritroviamo con il suo splendido pianoforte in questo album.
Dai nomi che avrete letto se ne deduce che qui non siamo di fronte ad un disco di “semplice” musica. No, qui c’è una filosofia che si coniuga con la libertà di scale cromatiche complesse e talvolta distanti, ma che paiono tali solo perché probabilmente buona parte della potenziale platea di ascoltatori predilige atmosfere diverse, certamente molto più stereotipate e “sicure”, create per arrivare facilmente ad un ampio audience.
E il bello di opere simili è, almeno ad avviso di chi scrive, l’attenzione, lo sforzo che si mette in atto nel cercare di calarsi in suoni mai stridenti ma certamente scevri da qualunque confine, mescolando esperienze, facendo svanire convinzioni, perché ad ogni nota ecco che può aprirsi un fraseggio inatteso che lascia di fronte a stupore per la bellezza che pervade i singoli brani. E non posso pertanto non citare la meravigliosa We need members Opus #4 (for Wadada Leo Smith) un diamante di bellezza abbagliante. Ma fin dall’inizio si comprende che questo lavoro sarà foriero di grandi sensazioni.
La maestria dei musicisti coinvolti, tra i quali appare uno dei miei batteristi preferiti, ovvero Tiziano Tononi, lascia a bocca aperta. Ma, ancora una volta, sentendoli, comprendi come non vi sia alcuna percezione di voler essere considerati su un piano diverso, più elevato rispetto ad altri, ma, anzi, di esser pronti e disponibili a far sì che il riscontro possa divenire terreno d’incontro con chi a loro si accosta per ascoltarne, e possibilmente apprezzarne la proposta.
Nato per essere un omaggio ad un maestro vivente, Eyes of the Horizon diventa un regalo per ascoltatori senza confini ne barriere.
Tracce
Inspiration Opus #1 (for Wadada Leo Smith)
My Song opus #2
We Don’t Need Members opus #4 (for Wadada Leo Smith)
Like No Other (for Bobby Naughton)
Listen to Dr.Cornel West
Bright Light opus #5 (for Wadada Leo Smith)
Eyes of the Horizon opus#3 (for Wadada Leo Smith)