Era un’occasione imperdibile quella di poter vedere live Jason Isbell & 400 Units, uno dei gruppi che, da tempo, continua s regalare agli appassionati musica di ottima qualità. Seguito da chi scrive, fin dai tempi del suo ingresso nei Drive-By Truckers, Isbell è uno dei Cantori (la c maiuscola non è un caso) della scena musicale americana, con una serie di album che riescono sempre a racchiudere perle di bellezza inestimabili per chiunque voglia accostarsi ad un autore che non fa country, ma che da esso pesca in alcuni momenti che contraddistinguono certe canzoni, ma fa più riferimento al songwriting molto aperto ad accenni di rock e che dal vivo allarga gli orizzonti declinando su almeno tre fonti d’ispirazione evidente come Neil Young & the Crazy Horse, Tom Petty & The Heartbreakers per planare infine in terre proprie di Allman Brothers Band.
Riferimenti che possono sembrare addirittura ingombranti, ma che tali non sono perchè Jason e la sua formidabile band, composta da Sadler Vaden, guitar, backup vocals, la bravissima Anna Butterss, bass guitar, upright bass, Derry deBorja, keyboard, accordion, backup vocals, Chad Gamble, drums, backup vocals e Will Johnson, guitar, backing vocals, drums/percussion, gong, hanno dalla loro una presenza scenica ed una padronanza musicale di altissimo livello. Le canzoni poi sono in buona parte plausibili di variazioni nella riproposizione live, ed è da qui che nascono i paragoni di cui sopra, condensandosi nei nomi prima citati.
In quasi due ore di concerto sapientemente concepito c’è spazio per le ballate come Traveling Alone, l’acclamatissima 24 Frames, Elephant o Cover Me Up, ma, pur davanti a canzoni splendide come quelle citate il nostro cuore (mio e di mio figlio) si è letteralmente sciolto al cospetto di pezzi fantastici come King of Oklahoma, Overseas (gigantesca, a metà strada fra Young e Petty), con un Vaden devastante, This Ain’t It (e i fantasmi allmaniani a far capolino sul palco, con quel solo con Isbell e Vaden a dettare i tempi uno di fronte all’altro) che non vorresti mai sentir finire.
A margine da segnalare, per l’ennesima volta, come a fronte di un biglietto che spedito a casa con due euro di costo e senza alcuna tassa o addebito da ladri come avviene anche da noi viene a costare 39 euro, per vedere un concerto comodamente seduto in galleria da dove si vede perfettamente, avvolta da un acustica perfetta e senza sbavature, accolti da un locale storico di Anversa, dove il personale è di una gentilezza disarmante, dove puoi bere senza fare un mutuo ne code assurde, dove il motto dovrebbe essere stampato sui muri “Qui il pubblico viene rispettato ed accolto per vederlo entrare per un concerto e per vederlo uscire col sorriso, felice di avervi assistito“.
E poi Anversa è sempre bella, multiculturale, affascinante e ricca di spunti. Unite il tutto ed avrete la giornata perfetta. Se dovesse capitare, pensateci. Toccherete con mano un realtà così vicina, ma anche così distante per molti versi da noi.
Set list
Save the world
King of Oklahoma
Strawberry Woman
Traveling Alone
Stockholm
When we were close
Live Oak
Alabama Pines
Elephant
Vestavia hills
Super 8
Middle in the morning
Overseas
If we were vampires
24 Frames
Cover me up
Encores
Cats Iron Skillet
This Ain’t It