Herself – Spoken Unsaid
Urtovox Records (Distr.Audioglobe) - 2024 - CD/LP (Edizione limitata 300 copie)

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Cinque anni.

Tanti ne sono trascorsi dal precedente Rigel Playground (Urtovox Records), un album che, come riporta la scheda allegata, “predisponeva l’ascoltatore ad un viaggio fatto di folk cosmico, in cui gli inglesismi della tradizione si sposavano con una vena alt, come se Beatles e Sparklehorse avessero incontrato i tormenti di Nick Drake e l’intimismo di Mike Scott.  Citazioni importanti, ma di certo  non fatte a caso.

Un tempo lungo quello occorso a Gioele Valenti, personaggio decisamente poliedrico compositore e polistrumentista siciliano, scrittore di racconti, critico musicale attivo su magazine come Rockerilla, Rockit, solo per citarne alcune, attivo negli ultimi anni sulla scena neo-psichedelica nordeuropea in diverse formazioni ( (Josefin Ohrn, Lay Llamas), gira l’Europa con due delle sue creature musicali, i  JuJu  (c0n i quali è in procinto di partire per un lungo tour ) e, appunto, Herself, con i quali si appresta a pubblicare fra qualche giorno, il prossimo 1 marzo, questo notevole Spoken Unsaid album destinato a lasciare un segno in quest’annata che sembra promettere uscite di qualità, a dimostrazione di una vitalità e di una ricerca che finisce per premiare gli sforzi collocando i musicisti di casa nostra in un ambito considerevole al cospetto della scena estera tanto spesso portata in palmo di mano.

Ed in  effetti questo album ci consegna la certezza di un lavoro che oltre a definire i confini di un genere come l’Alt/Folk, da la sensazione di spingersi, riuscendovi, a dare una visione che allarga lo sguardo andando a superarne le ipotetiche barriere, non per disegnarne nuovi confini ma per lasciare le porte aperte a flussi ispirativi costanti ed elettrizzanti, regalando all’ascoltatore la sensazione di profonda piacevolezza, con piccole stilettate che rimandano ad esempi illuminanti come il mai troppo citato Mark Linkous.

E ascoltando Spoken Unsaid la cosa che lascia stupiti è che non si trova un pezzo che si staglia sugli altri, e questo grazie ad una qualità compositiva delle otto canzoni che lo compongono, che risultano essere veramente belle ed affascinanti. Ma in fondo già il singolo anticipatore, My Pills, definiva la strada sulla quale era auspicabile imbattersi ascoltando questa opera dalla bellezza adamantina. E se proprio volete ulteriori esempi di splendore impossibile non citare San Francisco Bay, o la meraviglia di Sand, per non dire della spettacolare TVdelica posta in chiusura di un album che come finisce si torna a mettere dall’inizio.

Il disco è stato masterizzato da Carl Saff (Chicago) e l’artwork è opera di Nicola Giunta, il fondatore dei Lay Llamas, progetto di cui lo stesso Valenti è parte integrante sin dagli esordi.

Lo ritroveremo a fine anno tra le cose più belle ascoltate da qui ai prossimi mesi

Tracce

Nostos Algos

My Pills

San Francisco Bay

Soul

We Were Friends

Disaster Love

Sand

TVdelica

 

 

 

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