Giulio Cantore – Evasivo
Brutture Moderne / Bajun Records, 2024

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Evasivo è chi dice e non dice, è qualcuno che invece di dichiarare in modo esplicito quello che pensa, fa il vago e ti lascia lì a domandarti “ma cosa avrà voluto dire?”. E Evasivo è il titolo del cd di Giulio Cantore (cantautore, chitarrista, liutaio), che ti accoglie con una copertina che è una simil-macchia di Rorschach, tipo quelle del test omonimo, figure abbastanza ambigue e indefinite da non avere un significato univoco ma da metterti nella condizione di vederci qualcosa di tuo. Che è un bel modo di stabilire le regole del gioco, perché se a volte la musica ti dice le cose chiare e tonde, altre volte ti chiede di fare la tua parte e di metterci del tuo. Come se ti dicesse: “mica posso fare tutto io: se ci mettiamo tutt’e due un po’ di fantasia ci divertiamo di più”.
E poi, se non fosse bastata l’immagine di copertina, quando cerchi di aprire la confezione per raggiungere il dischetto, scopri che la busta è una deliziosa opera di origami (l’arte di piegare la carta) e che tirare fuori il cd, così come riporlo, più tardi, ti richiederà un po’ di attenzione e di cura. Insomma, non c’è tempo per distrarsi — e soprattutto scordati di metterti all’ascolto con un atteggiamento passivo.

All’interno trovi dieci episodi musicali di quelli che contengono tante cose diverse senza essere esattamente nessuna di quelle cose. Sedimentazioni folk, rimembranze country, tracce di blues, colonne sonore di film ma senza il film, canzoni ma senza le parole. Sì, per la prima volta in cinque album, via le parole: Giulio Cantore sceglie di fare un disco di soli strumentali, con dentro tante idee, una musica a suo modo lieve, ironica e direi anche affettuosa, ma che in nessun momento diventa cedevole o ruffiana. Anzi, una musica spesso sospinta anche da un buon motore ritmico.
Il gioco a cui ti chiama a partecipare è quello di stare sulle spine e domandarti continuamente cosa succederà subito dopo. Perché non solo da una traccia all’altra cambia la storia e ti trovi in un film completamente diverso, ma anche nel corso di un brano succede continuamente quello che non ti aspetti.

Non so quanto sia utile fare l’elenco dei riferimenti che vengono in mente durante l’ascolto, se non per dare un’idea del movimento e dell’imprevedibilità che animano il cd. Però, tanto per dare un’idea, pensate a cosa sarebbe successo se si fossero trovati chiusi in una stanza Ben Harper, William Ackerman, Jerry Reed e la Penguin Café Orchestra con un chitarrista flamenco, un percussionista africano e sufficienti generi di conforto.

No, vabbè, si scherza. Diciamo piuttosto che Giulio Cantore si assume la responsabilità delle chitarre (la classica, la folk, la weissenborn), oltre a un po’ di percussioni, e si circonda di una band scintillante e in grande sintonia per realizzare un album che non blandisce mai l’ascoltatore ma che lo provoca, lo pungola, lo invita a giocare.
Il gioco comincia sin dallo studio di registrazione: si invita un certo numero di amici e poi — chi c’è c’è — ci si mette a suonare intorno alle composizioni. Poco di scritto, molta libertà per i musicisti, il tempo strettamente necessario e infine via, si registra. È così che il risultato diventa un prodotto collettivo, in cui però Cantore mette quella sua scrittura che prende alla sprovvista e una capacità di creare contesti e tessere situazioni, che per un progetto come questo è importante tanto quanto le note.
Con lui ci sono Fabio Mazzini alle elettriche, Roberto Villa al basso (e alla produzione artistica), Nicola Valtancoli e Piero Perelli alla batteria, Fabio Mina al flauto e al moog (e, menzione d’onore, allo scacciapensieri su “Cavallette”), Francesco Guerri al violoncello, Giorgio Sindona al violino e Silvia Valtieri al piano.

Per chi ascolta, Evasivo è un bel gioco che forse dura troppo poco, ma si può sempre ricominciare da capo e scoprire che più giochi, più ti diverti. Una volta ci guardi dentro come a un giocattolo, una volta lo ascolti a occhi chiusi, un’altra segui le immagini che ti fa venire in mente, un’altra ancora ci peschi dentro dei ricordi e così via. Perché Evasivo lo scopri attraverso ascolti successivi — e d’altra parte, con tutta la fatica che ci è voluta ad aprirlo che fai, lo fai girare una volta sola?

Tracce
Famoso impermeabile blu
Una spanna da terra
Panoramica
Due occhi due lampadine
Cavallette
Fantasma formaggino
Crisalide
Solara
Red squirrel trail
Grazalema

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