Sonorità moderne per un Indie Pop che viaggia su tempi scomposti, talvolta turbinosi, basati su riferimenti quasi antitetici in certi passaggi, visto che lo sguardo musicale è ad ampio spettro, e guarda a riferimenti quali Balletto di Bronzo passando per i Flaming Lips per arrivare ad avvistare certe forme di cantautorato poco convenzionale.
Questo potrebbe essere il milieu musicale del quale si è nutrito il bresciano Dario Bertolotti, in arte Dario Dont, che con questo Grand Jeté, arriva al suo album d’esordio dopo una militanza nei Blank Dirt, con i quali Dario suona basso e canta, per poi passare ai Don Turbolento insieme all’amico Giovanni Battagliola. Il sound si fa decisamente scarno, essenziale quanto ricco di un groove incessante, tanto che arriva a vincere il premio MEI nel 2009 quale miglior live band.
I Don Turbolento pubblicheranno tre album e tre EP fino a quando Dario decide che è arrivato il momento di dedicarsi alla carriera solista. Un progetto che vedrà tempi piuttosto lunghi prima di vedere la luce grazie alla Vrec Music Label, etichetta attiva nella provincia veronese e fautrice di proposte interessanti.
Questo Gran Jeté è una di queste. Musica che come scritto poco sopra ha una visione complessiva decisamente ampia, ma che non manca di riservare spunti che lasciano capire che l’artista abbia le carte in regola per potersi affermare all’interno del genere musicale in cui opera.
Anticipato da tre singoli Neve, Non Fare Rumore e A Metà, il disco è attraversato da ondate che tengono alta l’attenzione dell’ascoltatore più avvezzo ad ascolti variegati e non disposto a farsi influenzare da canoni stilistici ben definiti.
Qui ogni pezzo è un piccolo mondo nel quale immergersi facendosi trascinare da sonorità che denotano un tratto impellente nel volersi fare ascoltare. Pezzi che si scompongono in strutture a volte complicate e complesse, dove tutto è frutto di una costruzione articolata. Non sempre tutto sembra funzionare alla perfezione, qualche canzone sembra voler vagare troppo in cerca di un approdo sicuro, ma quello che potrebbe essere un limite costituisce anche il punto di forza di un disco caratterizzandolo per la logica che vi si intravede.
Un disco non semplice che ha bisogno di essere ascoltato con molta attenzione se non si vuole etichettarlo erroneamente come un progetto strambo.
Da tenere d’occhio.
Tracce
Neve
Grand Jeté
Cuore Aperto
A Metà
Verro
Due di Zucchero
Non Fare Rumore
E Si Vedrà
Lama
Luce Spenta
La Finestra Sul Cortile
La Cosa Padre