Cara Dillon – Coming home
Charcoal Records - Ireland 2024

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Sono ormai passati 7 anni dall’ultimo album in studio di Cara Dillon ‘Wanderer’ (2017), e tre anni dall’album live ‘Live at Cooper Hall’ (2021), ed ecco il suo 8° album ‘Coming Home’ stampato il 15 marzo 2024. Sempre premiatissima nella sua carriera ha fatto incetta di importanti riconoscimenti che le riconoscono le immense doti canore e di musicista a cui ora aggiunge capacità cantautorali e compositive e non solo di interprete del folk irlandese.
Cara Dillon in questo suo nuovo lavoro ha espresso tutta la propria connessione spirituale con la sua terra, l’Irlanda del Nord, anche senza più esserci fisicamente visto che attualmente vive nel Somerset in Inghilterra.
Ascoltando i brani sorprende la scelta di introdurre il cantato dalla lettura molto intensa ed ispirata di sue poesie, piacevolissimo incanto che prepara emozionalmente all’armosfera delle sue canzoni. Certo per chi non è di lingua inglese non è facile apprezzare le immagini evocative di questa sua scrittura per cui ho provato ad includere in questa guida all’ascolto necessariamente la traduzione di almeno un paio di queste sue poesie.
Non è un caso che lo scorso anno Cara Dillon abbia dato alle stampe il suo primo libro di poesie dallo stesso titolo del disco dove raccolse i ricordi, le storie e le riflessioni attinte dalla ricca cultura e dai paesaggi della sua nativa Contea di Derry. Un libro di 136 pagine in 11 capitoli riccamente illustrato da sue foto inedite e dalle poesie che ben ritraggono la sua vita di artista e di donna.
Cara riflette su come la sua famiglia, la sua terra e la cultura irlandese abbiano formato la sua vita e le abbiano permesso uno sguardo profondo all’interno del suo mondo. Condivide questo progetto artistico con il marito e partner musicale Sam Lakeman ed si sviluppa in queste sue 10 nuove canzoni.

Clear The Path inizia con il recitato di Cara accompagnata da Lakeman al piano che si sviluppa in un potente crescendo sostenuto dagli archi di Duncan Chisholm e Caroline Lavelle, come dal basso elettrico di Nick Pini. Musicalmente affascinante è una celebrazione della connessione con i propri antenati come il testo mette in evidenza.

Libera il percorso
Le erbacce sono state raccolte sul nostro antico sentiero.
Cantanti di canzoni se ne sono andati
Poeti, cantastorie, artisti, tessitori
cedono ora e si arrendono ad esse.
Quelli da cui arrivi
le lunghe linee che scorrono attraverso le vostre vene.
Vieni e soffia sul fuoco, e concentrati
perché è scritta sul viso di tuo figlio
questa luce, che splende,
ardendo, in un momento di grazia

Noi siamo figlie
delle donne che diventeremo
i pionieri le cui vite non saranno mai vissute
perché essi calpestarono la stessa medesima terra
sepolti i semi che germinarono, naquero e nutrirono una nuova generazione di piccole complessità. Dimenticarono i tratti della loro famiglia e gli occhi che spersso ricordavano
e talenti nascosti che rivelano loro stessi
in modo inaspettato
Parla di loro
cercali
perché essi sono sinceri

Parla di loro
cercali
perché ti stringono forte

Noi siamo figlie
delle donne che diventeremo
le cui vite non saranno mai vissute
libera il percorso.

Daughter, figlia, inneggia al ruolo che i figli hanno nel rappresentare la continuità con gli antenati, capaci di cucire la confluenza di molte generazioni dando valore alle loro storie. Il brano ha una splendida introduzione al pianoforte.

Apron Strings, le stringhe del grembiule, raccoglie i ricordi gioiosi di quando bambina trascorreva il tempo in cucina, brano dall’andamento di valzer sorretto dall’acustica di Lakeman e dal violino di Chisholm.

Coming Home si avvale della presenza alle uilleann pipes del grande Mike McGoldrick membro storico dei Lunasa e dei Capercaillie, sostenuto da un bellissimo pianoforte e dalla chirarra elettrica di Petter Ericson Stakee. Ispirato da una telefonata con suo padre quando era in una lunga tournè in Nuova Zelanda che gli chiedeva quando sarebbe ritornata a casa a fronte della sua esplicita nostalgia, purtroppo riconoscendo questo il prezzo che i musicisti spesso devono pagare per la loro arte dovendo stare lontani dai proprio cari per molto tempo.

Mysteries approfondisce un tema tradizionale molto caro al sentire degli irlandesi il profondo desiderio del ritorno, almeno al finire della vita, nella propria patria. Il brano è improntato su una storia raccontata dalla sua nonna che sentì i passi di suo fratello tornare dalle montagne giorni prima di ricevere il telegramma che avvisava della sua morte in America.

Carrageen Moss si riferisce ad un’alga che cresce in Irlanda che veniva messa nei budini al latte quando era piccola per curare con la natura disturbi e malesseri diventando per lei un ricordo affascinante durante i terribili momenti del lockdown.

The Well, è un pozzo antico presso un convento della sua città nativa Dungiven che sembra avesse proprietà curative apprezzando il ruolo che le donne nel passato avevano nel proteggere questi luoghi sacri per cui combattevano salvandone la connessione con il passato.

Inishowen raccoglie le visioni di quando bambina era diventato normale nel Londoderry convivere con la presenza dei soldati, dei pattugliamenti, delle caserme, delle torri di vedetta.
“ Lasciando indietro il groviglio di filo spinato
per un mazzo di ginestre”.

Giving è una bella immagine poetica di una tradizione che sua madre le ha inculcato di non lasciar mai andar via di casa nessuno senza un dono, un pensiero per il loro viaggio di ritorno.

Parlato:
Non sarei andata a mani vuote
perché così mi è stato inculcato
dona qualsiasi cosa ma dona

un mazzo dal giordino annodato a mano
un sasso lisciato dalla cura di una mano
vetro di mare di colore blu e verde
i cui bordi taglienti sono scomparsi grazie alle sabbie che mutano le forme
dona qualsiasi cosa ma dona

Piume trovate nella foresta
una croce fatta di giunchi
un bastone consunto ma non spezzato
dona qualsiasi cosa ma dona

Un centesimo dalla tua tasca
capelli per un ciondolo
un libro pieno di orecchie di cui ti sei stancato
che potrebbe nascondere un mistero rivelato.

Con White Sheets termina il disco, un brano dedicato alla comunità delle donne che spesso intorno al tavolo della cucina della madre di Dillon affrontavano i loro problemi per un mutuo aiuto reciproco. Nei momenti difficili della sua vita Dillon prende la forza per reagire memore proprio della capacità di resilienza di queste donne che avevano “ Tempo per tutte noi, per ascoltarci di nuovo da capo ogni volta”. Sebbene queste donne non siano più vive rimangono per Dillon un faro che la tengono connessa in modo indelebile alla sua terra.

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