Freschi, piacevoli, divertenti, ricchi di riferimenti che hanno colori classici di quello che può definirsi Rock nella sua accezione più ampia. Questi sono in due parole The Revivalist, band proveniente da New Orleans, in pista dal 2007 ed arrivata con questo nuovo lavoro al quinto album. Un gruppo consistente di musicisti, ben otto, che rispondono ai nomi di Ed Williams (pedal steel guitar/guitar), David Shaw (lead vocals), Zack Feinberg (guitar), Rob Ingraham (saxophone), George Gekas (bass guitar), Andrew Campanelli (drums/percussion), Michael Girardot (keyboards/trumpet), e Paulet “PJ” Howard (drums/percussion).
Conosciuti casualmente grazie ad una canzone “killer” come Wish I Knew You che ebbi modo di ascoltare in uno spot di una birra durante uno dei molteplici viaggi lavoratovi all’estero, fecero breccia (insieme ad altri 182 milioni di ascoltatori dil pezzo, almeno a quanto mi dice oggi Spotify, tanto che acquistai il CD che la conteneva, quel Men Amongst Mountains (2015) che ha contribuito quanto meno a veicolare il nome della band worldwide. Poi me li ero perso, salvo ritrovarmi tra le mani questo nuovissimo album acquistato in memoria di quel sound che allora trovai piacevole.
Ed in realtà devo riconoscere che The Revivalist hanno saputo mantenere, e direi migliorare considerevolmente la loro proposta musicale. Qui si trova davvero di tutto quello che un appassionato di Rock (in generale) possa auspicare di poter sentire. C’è il singolo assassino che apre il disco, Kid, un pezzo che rimanda a cose quali i Lumineers di Ho Hey, come il pop rock di Don’t Look Back, altro pezzo che nelle radio dovrebbe fare un botto. Sorprendono le tastiere di Good Old Days che paiono un viaggio all’indietro nei Depeche Mode, dai quali poi il pezzo si stacca prima di arrivare ad un’altro degli high point del disco, ovvero la trascinante Down In the Dirt. Vira su tonalità più attuali l’ottima The Long Con, sincopata e micidiale con il suo mood, che sfuma nelle braccia della lenta Only You, pezzo pronto a far strage di cuori.
Perchè, intendiamoci, The Revivalist sono il perfetto esempio di quello che sono molte band di oggi, ma hanno quel tocco di bravura che, almeno per quanto mi riguarda, li eleva dalla massa. Il che non vuol dire che caschino anche loro in qualche banalità come in Alive, piuttosto scontata e bruttina, dalla quale ci si riprende con la successiva Wait For The Sun, deliziosa e dal ritornello che ti si appiccica alla mente. I giri si alzano con l’inarrestabile When I Got You dalle movenze quasi funky con i coretti alla Stones che sono deliziosi. Belle anche How We Move, e la title track, dalle cadenze affascinanti, mentre un po di lagna suona Say Godbye. Provate ad ascoltarli.
Tracce