Dopo il successo di Stolen Time del 2022 e di Lullabies del 2023 Abigail Lapell multistrumentista di Toronto ritorna con Anniversary pubblicato il 10 maggio 2024. Il disco le ha già fatto ottenere 3 Canadian Folk Music Awards, apprezzamenti e passaggi nelle radio canadesi ed oltre 40 milioni di streaming su Spotify.
Questo nuovo album è stato registrato in una vecchia chiesa di 200 anni fa, la St. Mark’s Church a Niagara-on-the-Lake, Ontario e a detta della stessa Abigail per sfruttare questo particolare riverbero naturale. Non a caso in età molto giovanile partecipò nei cori per bambini per la sua passione nei confronti delle armonie vocali. Questa esperienza con il repertorio della musica di chiesa, appresa durante l’infanzia nella sua scuola francofona e successivamente in quella ebrea, l’ha sempre considerata una sua grande influenza per assimilare differenti linguaggi e tradizioni culturali che si sono riversati nelle sue canzoni sperimentando anche giochi di parole, rime, stili diversi di linguaggio.
Nelle interviste Abigail sottolinea di quanto le stia a cuore la connessione tra la sua voce e la scelta dei testi, dei suoni delle parole prima ancora dei loro significati.
Il titolo del disco: Anniversario, è stato scelto per rappresentare l’ideale romantico dell’invecchiare insieme, dal passare delle stagioni al trascorrere degli anni che celebrano l’amore eterno. Attraverso l’ispirazione del suo avvicinarsi ai 40anni, il 15° anniversario della scomparsa del padre, e i molti matrimoni e nascite nella sua famiglia ha sviluppato una sua visione più matura dell’amore ma inquieta con i fantasmi degli affetti scomparsi, delle relazioni finite, della gioventù che svanisce.
Lei stessa ammette di voler esplorare alcune delle contraddizioni all’interno della cultura Pop sulla nozione dell’amore, in particolare contro le dicotomie di chiaro e scuro, amore e perdita, dell’effimero e dell’eterno, persino nei voti matrimoniali: “nella salute e nella malattia, nella ricchezza e nella povertà”. Destrutturando il mito dell’amore romantico ma anche enfatizzando l’impegno serio e coscienzioso, la consapevolezza della tragedia e della speranza e il suo potere di perseguitare e di consolare nello stesso tempo.
Dal punto di vista musicale co-produce l’album insieme a Tony Dekker
e i due assemblano un cast di musicisti stellari per arricchire il contributi di Lapell alle voci, al piano, all’armonica e al fingerstyle della sua chitarra elettrica. I musicisti contribuiscono agli arrangiamenti orchestrali con un affascinante stile country-jazz, suggestivi l’utilizzo del piano della chiesa, del clavicembalo e di organi antichi.
Il primo brano pubblicato antecedentemente al disco, per far conoscere il suo nuovo lavoro, è stato Rattlesnake con un’affascinante linea chitarristica creata dal suo fingerstyle su un’elettrica distorta, supportata da una carica di energia rock e di atmosfere gospel. Un’ode all’amore e alle superstizioni umane, sempre originali i suoi testi con immagini poetiche ironiche e lontane dalle retoriche dell’amore nella musica popolare.
“Se trovi un serpente a sonagli
prendilo e mettilo nel tuo violino
che suonerai alla veglia del funerale
per tenere lontano il diavolo.
Portami dell’acqua, portami del vino
portami delle ghirlande di fiori
Vorrai essere il mio innamorato
vorresti essere il mio amore?”
In Blue Blaze Lapell è all’armonica, Tania Gill al piano, con Joe Lapinski alla pedal steel, è una canzone sulla disperazione dell’abbandono in amore: “una canzone d’amore dura tutta l’intera vita, qui dove il piacere dell’amore è così breve”
“La rosa rossa cresce nel vicolo
attraverso le fessure nel cemento
bene, il cielo lo sa che questo è come funziona
con un amore così spinoso e così dolce.”
Someone Like You brano dalle suggestive vocalizzazioni di Abigail, si riferisce al sentirsi soli ma vincendo la paura della morte.
Lapell passa al piano in Footsteps, un brano orchestrale che vuole evocare una forte emotiva connessione con le persone care scomparse e si rifà ai sogni ricorrenti della madre che sente il padre ritornare a casa.
“Sento gli echo dei tuoi passi sul pavimento
sento un brivido nelle mie ossa
come faccio a dirti che non abiti più qui?”
Come la forza dell’amore che allo stesso modo perseguita e consola.”
“Ti ho sentito chiamare il mio nome
accendo una candela nel buio
sono solo la custode della fiamma
che fatica a proseguire mentre tu scompari.”
Il piano è di nuovo impiegato da Lapell con un ottimo effetto in 3AM accompagnato dalla tromba di Rebecca Hennessy. Le note dell’album descrivono il brano come una ballata insonne che evoca la solitudine dell’amore perduto.
“Voglio cambiare la mia vita, forse ci incontreremo ancora,
spostandoci in una città differente,
o forse tu mi chiamerai come eri solito fare,
proprio per cercare di calmarmi,
devo tornare sui miei passi,
devo tornare con i piedi per terra.
Penso che ho vissuto troppo a lungo da sola
per vivere in qualunque altro modo.”
Flowers In My Hair
Risuona come una vecchia ballata di due secoli fa o come un vecchio inno di chiesa, brano a cappella di grande effetto, superbamente reso dal contributo corale che il video ben documenta.
“Non ho bisogno di un anello di diamanti
non ho bisogno di quasi niente
Non ho niente da indossare
ho dei fiori nei miei capelli.
Non devi dire nulla
ad ogni modo non ci parliamo molto
Non so ma mi è stato detto
che uno silenzioso ha il cuore d’oro.”
Dekker contribuisce con la parte ritmica in Blue Electric Skies che diventa una ballata sull’ambivalenza e l’infatuazione, sulla canzone d’amore e la separazione.
“L’amore è impaziente, l’amore è così crudele,
la sola consolazione che posso trovare è che tutto questo
potrebbe perfino tenerci uniti.”
Wait Up è un sfrontata storia d’amore tanto anormale quanto irresistibile sul piano musicale, che racconta di una relazione dove entrambe le parti sono distruttive. Lapell rende il brano fantastico con la sua chitarra elettrica e con Hennessy alla tromba.
“Ero una bastarda senza cuore con un ghigno da dura
tu eri una catastrofe naturale
rumoreggiando alla porta finché non ti facevo entrare
Io ero un’ipocrita testa dura
tu un fannullone dalla doppia faccia
non so come possa vivere con lui
non so come posso vivere senza di lui.”
In Stars ritorna alla luce la chitarra e il piano per tessere di nuovo un inno che finisce con Dekker alla voce.
Lapell afferma che per lei non c’è posto migliore di quello insieme al proprio amato, un’immagine sognante e romantica con lo sguardo rivolto di notte verso le stelle.
“Una stella per ogni canzone che vorrei tanto aver cantato
per ogni amore che non ho mai conosciuto
So che sei qui ora mio caro al mio fianco
e non canterò mai da sola
non c’è nessun altro posto dove preferirei essere
niente altro che preferirei fare
che abbracciarti stretto in una notte di Agosto
e contare le stelle con te.”
Anniversary Song è una sincera celebrazione dell’impegno, sorrretta dalla chitarra distorta di Abigail e dalle sue doti vocali, è ispirata dall’idea di combinare i tradizionali regali degli anniversari (cotone, cuoio e diamanti) con la tavola degli elementi periodici (acciaio, carbonio, argento). La canzone simboleggia la solidarietà che c’è nel condividere le canzoni più amate, la musica, fattori che contribuiscono a rendere una coppia più unita.
“Felice anniversario, un anno in più
rimasto fermo da allora, per l’eternità
O tesoro, o mio caro
E’ stato un anno o due? Sarà cotone o cuoio?
Mercurio e ferro, carbone, argento ci legano insieme.”
Count on Me è un gradevolissimo duetto con Tony Dekker, in cui si mette in evidenza Michael Davidson alla marimba e vibrafono, l’echeggiare della batteria introduce questa accattivante ballata folksy Americana.
“La fortuna che posso solo immaginare
un cambio di cuore o di indirizzo
Io ci sarò
Tu potrai sempre contare su questo
Sconfinata come i cieli più blu
la nostra gioia è illimitata attraverso i nostri pochi anni
e tutti i miei giorni
conterò sempre su di te
camminando al sole, camminando nell’ombra
dove vado so che mi seguirai.”