“Voglio raccontare la vita di alcuni uomini che, cresciuti in una realtà conflittuale in cui i rapporti interumani sono dominati da egoismo, lusso, apparenza e menzogna attraverso mali ora fisici ora spirituali presero coscienza della propria condizione, decisero di cambiare vita per imprimere alla loro esistenza una direzione più naturale e più sana.”
Ida Hofmann
Queste le parole riportate da uno dei sei fondatori di questa comunità che nel 1900 diede vita ad un’esperienza collettiva che ebbe grande risonanza come esempio di concreta idealità e rifiuto della società di quei tempi. Sei giovani idealisti partiti alla ricerca di un nuovo mondo dove vivere nella natura: la pianista Ida Hofmann con la sorella Jenny dal Montenegro, Henry Oedenkoven architetto da Anversa, l’artista Gusto Graser e il fratello Karl dalla Transilvania, la giovane ribelle Lotte Hattmer dalla Germania. Henry figlio di una ricca famiglia di imprenditori mise a disposizione il denaro per l’acquisto del terreno.
Il Monte Verità, anticamente Monte Monescia, nominato così in quanto divenuto simbolo della ricerca della Verità è una località sopra Ascona nel Ticino della Confederazione Elvetica ed è diventato un luogo storico e mitico per quello che è avvenuto in quell’inizio di secolo, un patrimonio di umanità, arte e cultura che viene tramandato e custodito con orgoglio dagli amministratori svizzeri che ne hanno ereditato l’esplicito compito di diffonderne gli ideali.
Infatti la proprietà venne ceduta nel 1964 al Canton Ticino con lo scopo non solo di preservare il luogo e i ricordi museali di quell’avventura ma con la precisa richiesta di continuare ad essere un punto di riferimento per manifestazioni culturali e scientifiche come tuttora avvengono ogni anno.
Il libro scritto a più mani affronta nei vari capitoli le specificità di questa comune ribelle.
Nel primo capitolo Nicoletta Mongini racconta delle storie e visioni avvenute in questa collina delle utopie. La nascita di questa colonia naturista e vegetariana, i visitatori che hanno preso ispirazioni dai protagonisti, la centralità della Lebensriform – la riforma della vita, la risacralizzazione della natura e del tempo. Un modello di vita affine in Germania al movimento dei Wandervogel con il ritorno alla vita nei boschi.
Itinerari del femminile dal M.te Verità a Eranos di Riccardo Bernardini
Ida Hofmann protagonista della comunità si è impegnata nella difesa dei diritti femminili, ispirata dagli scritti di Tolstoj si è impegnata per la nascita di una società matriarcale contrapposta a quella violenta e autoritaria del patriarcato, il culto di Astarte attraverso la liberazione dalla morale in ambito sessuale e il contributo rivuoluzionario dello psicanalista Otto Gras.
Il sole dell’avvenire di Chiara Gatti
Il sogno di un mondo nuovo, il bisogno di evasione e di una presa di coscienza lucida, una lotta per la sopravvivenza nei confronti di una società corrotta da interessi disumani e nocivi al benessere dell’individuo, l’aspirazione ad una giustizia sociale per risarcire gli uomini da una vita degradante fatta di miseria e sfruttamento. L’utopia come ideale etico e politico per una radicale azione di rinnovamento che ha coinvolto esuli, rifugiati politici, liberi pensatori, artisti, minoranze, alla ricerca di un altro sole.
Il paese delle sacre danze di Luca Scarlini
il ruolo avuto da Rudolf Von Laban rivoluzionario della danza che con la cinetografia elabora un sistema di scrittura della danza in veste corale, la nascita del teatro San Materno in cui la danzatrice Charlotte Bara avviò la sua scuola di danza, la danzatrice Mary Wingman fondatrice dell’espressionismo danzato, sospeso tra terra e cielo.
In cammino verso un’esperienza autentica del mondo di G. F. Tuzzolino
La rifondazione radicale dell’architettura per un luogo del riconoscimento dove ritrovare il proprio essere nel mondo rispettandone la sacralità del luogo, la necessità di stare non dentro uno spazio ma di ricercarvi una nuova appartenenza, dei nuovi legami, dove natura e architettura possano convivere organizzando ambiti funzionali in cui meditare, dipingere, suonare, scrivere, danzare, lavorare. Sperimentare lo spazio, attraverso un’esperienza corporea individuale e collettiva, dove farsi attraversare dalla poetica del quotidiano.
La montagna della verità di Harald Szeemann membro svizzero della commissione culturale del Monte Verità dal 1984 al 1998 inquadra il Monte Verità non solo come Museo ma come memoria di una comunità per la realizzazione di progetti di vita e di arte, dall’impegno sociale per una società senza classi alla riforma della vita come libera emancipazione dell’individuo nel vivere consapevolmente. L’anarchia come modello sociale che postula l’uomo emancipato attraverso il ritorno alla natura.
All’interno del libro si trova una dettagliata ricostruzione della cronistoria e le biografie dei personaggi principali, con una ricca rappresentazione di tavole fotografiche dell’epoca e dei giorni nostri.